La febbre gialla si manifesta con febbre, nausea, ittero, convulsioni e coma. A questi sintomi si deve aggiungere un altro più devastante: il panico collettivo. Ed è quello che sta avvenendo a San Paolo, dove migliaia di persone già alle prime ore dell'alba si recano presso i centri della salute , formando file interminabili nell'attesa dell'apertura.

Il pensiero di tutti

Tutti hanno il medesimo obiettivo, riuscire ad accaparrarsi uno dei 500 vaccini contro la febbre gialla, che ogni giorno, il malconcio Dipartimento della Sanità di San Paolo consegna ad alcuni centri delegati alla vaccinazione.

Questo scatena la caccia al vaccino, che porta la gente a piantonare i centri già durante la notte. Questa è l'immagine di San Paolo in questi giorni, dove solo in gennaio si sono registrati 52 decessi, causati dalla febbre, contro i 16 avvenuti nel 2017. E' innegabile che l'Amministrazione si sia fatta trovare impreparata a contrastare questa epidemia. Senza una vera e mirata strategia, il Dipartimento di Sanità si è lanciato in soluzioni d'emergenza.

Riduzione della dose da somministrare

Per sopperire alla mancanza di dosi, ha ridotto la quantità da somministrare, passando dai canonici 0,5 ml a 0,1 ml. Questo ha permesso sì di vaccinare un maggior numero di persone, a scapito però del tempo di copertura.

Questo modus operandi non è sfuggito p ai paulisti, che in alcune occasioni hanno preso d'assalto i centri. Il sistema sanitario brasiliano, dichiara Esper Kallas, ricercatore di malattie infettive all'Università di San Paolo, non era preparato ad affrontare epidemie di questa portata.

Le autorità hanno avuto il tempo

La cosa incomprensibile è che le autorità hanno avuto tutto il tempo necessario per pianificare una campagna di vaccinazione.

Le prime avvisaglie ci sono state il 9 ottobre, quando è stato trovato il cadavere di una scimmia nel parco Horto Florestal, una riserva naturale nel nord dello Stato. I referti dell'autopsia rivelarono che aveva la febbre gialla. E' risaputo che La Zanzara portatrice del virus, che si chiama Haemagogus, fa delle scimmie la sua preda preferita.

Questo doveva essere un inequivocabile segnale, che la malattia, comune nel nord del Brasile ,e dove tutti sono vaccinati, fosse alle porte.

Il comportamento delle autorità

La mattina del 21 ottobre il parco venne chiuso. Sui suoi cancelli apparve un laconico cartello con scritto " Chiuso per motivi di salute". Diffusasi la notizia, un centro sanitario a soli 300 metri dal parco, fu invaso da persone che richiedevano il vaccino. In poco tempo la preoccupazione si diffuse in tutta San Paolo, I centri della sanità, pur essendo strutturati per poter vaccinare 500 persone al mese, si trovarono a dover affrontare 1000 richieste giornaliere. Tutti volevano il vaccino. Sarebbe stato d'aiuto, per alleggerire la tensione, che il Ministero della Salute, con una campagna informativa, avesse rassicurato i cittadini, informandoli che la febbre gialla non è contagiosa, e che solo la zanzara , che vive prevalentemente in alto sulle fronde degli alberi, può trasmetterla.

Di conseguenza solo 50 comuni dell'interno, quelli vicini alle foreste, avrebbero avuto bisogno di una immediata vaccinazione. Ma ciò inspiegabilmente non è avvenuto.

Organizzazione Mondiale della Sanità

E se questo non bastasse, ad agitare le acque si è aggiunta anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, con la sua raccomandazione di vaccinarsi prima di recarsi a San Paolo. Tutto questo ha scatenato un panico collettivo che a portato la gente a comportarsi in modo violento. La polizia, nella zona orientale, è dovuta intervenire per scortare i furgoni che trasportavano i vaccini, per evitare che venissero presi d'assalto dalle gente. Nella completa confusione, molti facinorosi si sono recati nei parchi uccidendo le scimmie, ritenedole erroneamente colpevoli. Il presidente della Società Brasiliana di Virologia ha dichiarato che "non esiste motivo per questo panico". Troppo tardi. La paura della gente è incontenibile.