Il dilagante fenomeno delle baby gang in azione non conosce tregua: in numero crescente le aggressioni messe in atto dai membri del branco, che spesse volte scelgono casualmente la vittima da "torturare" a suon di botte e minacce verbali.

Terrore all'Ipercoop di Quarto

Il primo dei due episodi si è verificato nella tarda serata di ieri a Quarto, comune della città metropolitana di Napoli: siamo nei pressi dell'Ipercoop e più esattamente nello spazio esterno dove ogni sabato centinaia di ragazzi si riuniscono per recarsi alle giostre.

Un ragazzino viene accerchiato e poi malmenato da una baby gang composta da circa dieci ragazzi (di età compresa tra i dieci ed i diciassette anni).

A comunicarlo è stata la madre della vittima, attraverso un post pubblicato sul gruppo Facebook "Sei di Pozzuoli Se": Volevo avvisare tutte le mamme che purtroppo l'Ipercoop di Quarto è ormai frequentato da brutta gente. Ieri sera mio figlio è stato picchiato brutalmente da una decina di ragazzi - scrive la donna indignata su Facebook, e ancora - non è il primo caso e non sarà l'ultimo da quanto ho capito. Chiediamo più controlli affinché i ragazzi possano vivere la propria infanzia in modo spensierato, e non secondo il copione di Gomorra.

Rissa in villa a Pomigliano d'Arco

Il nome di Pomigliano d'Arco sembra ormai comparire, con elevata frequenza, in moltissimi articoli di cronaca locale riguardanti le aggressioni messe in atto dalle temibili baby gang dell'hinterland partenopeo.

A distanza di qualche settimana, la Villa comunale della città è infatti tornata ad esser teatro di inaudita e, soprattutto, ingiustificata violenza.

L'ennesimo spiacevole episodio si è verificato nella giornata di ieri, sabato 3 febbraio, intorno alle 23.30: due gruppi di giovanissimi vengono alle mani sui viottoli del parco pubblico per ragioni che restano tuttora da chiarire.

Sul luogo incriminato sono prontamente intervenuti sia i sanitari del 118 (per prestare soccorso a uno dei ragazzini, rimasto ferito nella colluttazione) che i Carabinieri del Comando di Castello di Cisterna. Il paradosso? Stando a quanto si apprende sulle maggiori testate locali, pare non vi siano state denunce nei riguardi degli aggressori, segno più che evidente di una generazione che ha paura di eventuali ripercussioni e non sente di esser tutelata abbastanza da chi dovrebbe garantire la sua sicurezza.