L'8 marzo è stata la giornata dedicata alle donne: proprio in tale giornata è stato risolto il mistero della morte di una grande donna: Amelia Earhart, la prima donna nella storia, simbolo di emancipazione femminile, a sorvolare, da sola, l'Oceano Atlantico. Nel 1937 la Earhart stava cercando di ultimare la sua più grande impresa, affiancata dal copilota Fred Noonan, ovvero il suo "giro del mondo" in aeroplano, che sognava tanto di effettuare, quando scomparve misteriosamente sul Pacifico: Amelia cercò d'inviare differenti segnali radio ad alcune navi ma resta il fatto che non si riuscì mai a capire cosa successe in quegli attimi.

Si stilarono varie ipotesi al riguardo: fine del carburante, schianto in mare e anche una possibile sopravvivenza. Dopo mesi di ricerche, alla fine nel 1939 furono ufficialmente dichiarati morti, senza aver saputo cosa davvero accadde in quei cieli: ma ecco che, l'anno seguente, una spedizione britannica trovò delle ossa sull'isola di Nikumaroro (Pacifico). Vennero rinvenute anche altre ossa e una scarpa da donna, insieme ad oggetti (scatola ideata per contenere un sestante di sorveglianza della Marina Brandis, del 1918, e una bottiglia di liquore alle erbe). Quelle ossa vennero attribuite, a seguito di una analisi forense dell'epoca, ad un uomo: smentita, da un recente studio scientifico, con tecniche più precise: si è rilevato che le ossa hanno un'elevata probabilità ad appartenere proprio a lei, ad Amelia).

Il misterioso caso è stato riaperto dal professor Richard Jantz, (Università del Tennessee), poiché attanagliato da un sospetto: nel periodo della spedizione delle 13 ossa alle Figi e del loro studio da parte del dottor DW Hoodless (Central Medical School), l’osteologia forense (lo studio delle ossa) era ancora agli antipodi e le possibilità di errore, nella valutazione sull'identità a cui appartenevano i resti, erano elevate.

Inoltre Jantz, mediante il confronto delle lunghezze delle ossa con le misure di Amelia Earhart, altezza, peso, corporatura, lunghezza e proporzioni degli arti, stando alle fotografie e informazioni trovate sulle licenze dell’aviatrice, ha rilevato che le ossa della Earhart avevano una corrispondenza maggiore (99%) a quelle rinvenute sull'isola di Nikumaroro, rispetto ad un grande campione, di persone, preso come riferimento: fino a prova contraria, i resti ritrovati quel 1937 sono quelli dell'eroina alata, Amelia.

Risolto il mistero della morte: ma chi era Amelia Earhart?

Amelia Mary Earhart visse nel periodo della Prima Guerra Mondiale: nacque il 24 luglio del 1897 nella casa dei nonni ad Atchison (Kansas). L'idea di volare non fu inizialmente tra i suoi pensieri: infatti nel 1914 fece un corso che la portò a prendere servizio in Canada, a prestare soccorso ai soldati, presso un ospedale militare durante il periodo della Prima guerra mondiale: approfondirà poi gli studi alla Columbia University di New York, frequentando una scuola proprio per infermieri. L'idea di volare fece capolino nella sua vita solo nel 1920: all'età di 23 anni, Amelia, si recò ad un raduno aeronautico, con il padre, a Long Beach (California), al "Daugherty Airfield, sperimentando così, per la prima volta, il volo facendo un giro turistico, della durata di dieci minuti, su un biplano (sorvolando Los Angeles).

Da quel momento sentì, nel profondo del cuore, che il volo avrebbe fatto parte di lei: cominciò così le sue prime lezioni di volo e, a un anno di distanza, con l'aiuto della madre, acquistò il suo primo biplano, stabilendo il primo dei suoi record femminili (salita ad un'altitudine di 14.000 piedi). Nell'aprile del 1928 le venne proposto, dal capitano Hilton H. Railey, di essere la prima donna a compiere la traversata dell'Atlantico, accompagnando il pilota Wilmer Stultz e il meccanico Lous Gordon, nominalmente come passeggero, ma le venne anche dato il compito di tenere il registro dei voli: tra coordinatori del progetto che intervistarono la Earhart ci fu, colui che divenne poi il marito di Amelia, l'editore e pubblicitario George P.

Putnam. Il team partì così da Trepassey Harbour (Newfoundland), il 17 giugno 1928 e atterrò, esattamente 20 ore e 40 minuti dopo, vicino Burry Port, nel Galles del Sud. Dopo quest'avventura l'aviatrice scrisse il libro "20 Hours 40 minutes", che Putnam, avendone visto un possibile successo editoriale, lo pubblicò. George e Amelia si sposarono, finalmente, nel 1932 (anno in cui, la tenace donna, decise di compiere la sua più ardita impresa: effettuare la sua prima trasvolata in solitaria dell'Atlantico) dimostrando così, per l'ennesima volta, che una donna può fare cose, considerate all'epoca, solo alla portata degli uomini: tale impresa la completò il 21 maggio, impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per sorvolare da Terranova a Londonderry (Irlanda del Nord) .

Infine, Il 24 agosto 1932, fu la prima donna ad attraversare in volo gli Stati Uniti, senza effettuare alcuno scalo, partendo da Los Angeles e arrivando nel New Jersey, precisamente a Newark. Fu così che l'indomita Amelia, una donna sempre determinata, con la voglia di raggiungere quel traguardo mai raggiunto da altri, divenne la prima aviatrice ad attraversare il Pacifico, da Oakland, a Honolulu (Hawaii).

Il suo sogno più grande però era quello di compiere il giro del mondo in aeroplano: decisa e senza scrupoli, Amelia, senza mai guardarsi indietro, iniziò quella difficile impresa ma, raggiunti circa i due terzi del viaggio, (oltre 22.000 miglia), scomparve, perdendosi misteriosamente in quei cieli che amava tanto. Era il 2 luglio del 1937 e solo oggi, dopo 81 anni dalla sua morte, Amelia Mary Earhart, simbolo dell'emancipazione femminile, trova finalmente la pace.