Sempre più spesso assistiamo a casi di minori del mirino di predatori più grandi, che svolgono anche un ruolo importante nella formazione delle vittime. Solo qualche settimana fa aveva impressionato la vicenda del 53enne, insegnante presso il Liceo Massimo di Roma, accusato di aver avuto rapporti carnali con una sua studentessa quindicenne. Nelle ultime ore la Capitale è stata investita da un nuovo caso, ancora più sorprendente, perché sarebbe nato all’interno delle strutture di formazione dei Carabinieri. Infatti negli ultimi giorni una perquisizione sarebbe stata effettuata presso il Centro Selezione Nazionale e Reclutamento di Tor di Quinto: un gruppo di militari dell’Arma avrebbe sequestrato alcuni dispositivi elettronici ad un loro collega cinquantenne.

La denuncia del padre della giovane

La vicenda nasce da un esposto presentato dal padre di una ragazza di 16 anni, anch’egli carabiniere. La figlia avrebbe frequentato i corsi di equitazione organizzati dall’accusato. Nella denuncia si parla di una lunga serie di attenzioni particolari da parte dell’istruttore, che avrebbe anche avuto dei rapporti carnali con la ragazza. A portare alla luce i fatti sarebbero stati, esattamente come accaduto nel caso del Liceo Massimo, gli stralci di una chat tra i due, scoperta casualmente dal genitore che, preoccupato, ha deciso di intervenire. In particolare l’accusato avrebbe sfruttato il rapporto non alla pari con la piccola ed il grado di sudditanza instauratosi durante le lezioni per ottenere i suoi scopi.

Le indagini, partite a fine 2017, mirano adesso a verificare se esistano messaggi e immagini che provino la relazione tra il docente e l’allieva ed eventuali abusi.

Un’accusa molto grave

L’accusa per il 50enne è gravissima: violenza su minore. Adesso spetterà a Maria Monteleone, procuratore aggiunto della Capitale e al sostituto Vittorio Pilla, con l’aiuto dei carabinieri, trovare gli eventuali riscontri alla denuncia.

Nel frattempo l’istruttore è stato trasferito ad un nuovo incarico dall’Arma. Naturalmente, data la rilevanza dei fatti, il militare rischia la sospensione dal servizio e, nel caso in cui si arrivasse ad una sentenza di condanna, anche il congedo. L’attenzione è però rivolta soprattutto alla giovane: si cerca di comprendere il livello di manipolazione a cui sia stata sottoposta dall’uomo nel corso delle lezioni di equitazione. La ragazza, come è norma in casi del genere, è seguita da un’equipe di psicologi specializzata che le stanno offrendo tutto il sostegno necessario per superare la vicenda.