Un incredibile caso di “giustizia fai da te”, una gogna dei nostri tempi che fa riflettere ancora una volta sul ruolo sempre più importante assunto dai social. L’episodio, che risale a qualche giorno fa, è accaduto a Bari nel difficile quartiere Libertà, lo stesso nel quale recentemente è stata aggredita un’inviata del Tg1 mentre tentava di intervistare la moglie di un boss locale. Un uomo contatta via chat un ragazzino di soli 11 anni e, dopo aver scambiato con lui qualche messaggio, lo va a trovare a casa. Quello che non può immaginare è che all’appuntamento non ci sarà il bimbo, ma la madre di quest’ultimo insieme ad altri parenti, decisi a farsi giustizia da soli: infatti il presunto pedofilo è attirato in una vera e propria trappola dalla donna, che si è finta il figlio per ottenere un incontro.

Il video scioccante della vendetta

“Sono solo a casa” è il messaggio che ha convinto l’uomo ad andarlo a trovare. Ma quelle parole in realtà sono state scritte dalla madre del bambino. Così, una volta arrivato all’appuntamento, viene immobilizzato e ripetutamente malmenato dai parenti del ragazzino, convinti di trovarsi davanti ad un pedofilo. Ma non basta: l’intero pestaggio viene documentato in una diretta su Facebook davvero spaventosa, che rimane visibile anche nei giorni successivi. In particolare il presunto maniaco viene selvaggiamente colpito da un cugino del piccolo, che lo invita a confessare. Inizialmente il 25enne nega, si giustifica parlando di un equivoco, finché, stremato dalle continue percosse, inizia pian piano ad ammettere le proprie intenzioni.

Inoltre il viso dell'uomo è inquadrato a lungo, col chiaro intento di renderlo riconoscibile.

La gogna sul web

Le immagini diventano sempre più dure: viene sequestrato il cellulare del presunto pedofilo, per cercare altre prove. Infine vengono mostrati anche i documenti dell’uomo, che esausto inizia a chiedere pietà e ad ammettere di aver voluto incontrare il bimbo per avere un rapporto con lui.

Solo a quel punto, dopo una buona mezz’ora, gli animi sembrano calmarsi e finalmente qualcuno chiama le Forze dell’Ordine. Sono in corso gli accertamenti della polizia, che ha fatto oscurare il video, di cui però circolano ancora ampi stralci su Youtube. Per ora gli inquirenti non si sbilanciano, non confermando nemmeno che l’uomo fermato sia un pedofilo; infatti si indaga solo su un presunto caso di adescamento.

Da valutare anche la posizione della famiglia che, invece di denunciare subito l’episodio, ha preferito farsi giustizia da sé. Un comportamento che certamente fa discutere e divide, come dimostrano anche i numerosi commenti sui social alla vicenda.