Il Guardian pubblica il World Happiness Report ONU 2018 con una top ten che classifica al primo posto la finlandia come il paese più contento del mondo, seguita (nell'ordine) da Norvegia, Danimarca, Islanda, Svizzera, Olanda, Canada, Nuova Zelanda, Svezia, Australia. L'Italia la troviamo al 47esimo posto, sotto osservazione ONU insieme alle consorelle Grecia, Portogallo, Spagna, ritenute speciali per essere state maggiormente colpite dalla crisi.
Gli USA al 18esimo posto sono afflitti da obesità, depressione e abuso di droghe, al 19esimo la cugina Inghilterra e tra gli stati big 15esima la Germania, con la maglia 54 il Giappone, la Cina produttiva slitta al 86esimo posto.
Ultimi fra gli ultimi Burundi, Tanzania, Ruanda, Yemen, etc. Per chi conosce il "mal d'Africa", il sentimento più intenso e felice che possa provare un uomo, l'idea di felicità non si sottrae alla bellissima Africa, il ricordo dei suoi paesaggi, dei colori e della luce, non lascia scampo alla gioia del cuore. Energie solari paragonate ai cieli grigi ed alle infinite distese bianche del Nord dove ogni cosa sembra sbiadire nella stagione invernale, sono lo stimolo per diventare nostalgici ma estremamente razionali sull'esistenza.
A cosa serve un raggio di sole fra le mani se non si riesce a trasformarlo in ricchezza? L'affermazione del professor John Helliwell dell'Università della Columbia Britannica, tra i curatori del Report delle Nazioni Unite e della Fondazione Ernesto Illy, spiega che il dato che colpisce in Nord Europa è la generale corrispondenza fra la felicità degli abitanti e gli immigrati, l'inclusione come fattore determinante.
In Finlandia la felicità è intesa come benessere collettivo: funziona il welfare, l'istruzione, il lavoro, lo stato sociale, la linfa portante di questa medaglia d'oro rimane la mancanza di corruzione e la fiducia nelle istituzioni. Qualcuno obbietta: e per forza, con un enorme estensione del territorio e la scarsa popolazione è molto facile governare....
Benessere generale dove tutti pagano volentieri le tasse
Questo popolo di vichinghi intelligenti, ammettiamolo, è molto bravo nel saper trasformare le risorse: cercano la qualità di vita nell'organizzazione della società, consapevoli di essere stati penalizzati da una natura a loro ostile per molti mesi dell'anno, poca luce, molto freddo, grandi distanze.
Si realizza, forse, un paradosso: nella paura dell'isolamento fisico/territoriale, l'aggregazione diventa benessere generale. Così tutti pagano volentieri le tasse che, a loro volta, restituiscono efficienza e servizi.
Il prossimo 20 marzo sarà la giornata mondiale della felicità e toccherà alla Finlandia sventolare la gloriosa bandiera della sua umanità, ed è straordinario constatare come sia possibile, fra foreste, nevi e temperature glaciali, l'inclusione di chi ha attraversato migliaia di chilometri in cerca di una vita diversa. Un risultato che restituisce il senso della sfericità del globo terrestre, come a dire che c'è sempre qualcuno più a nord, e che persino il polo Sud è a nord dell'Antartide.