Cose dell'altro mondo? No, cose di questo mondo. Ad una tragedia della solitudine e dell'indifferenza, ora fa seguito l'assurdo legittimato dalle norme vigenti: la sorella erediterà i beni di Lelio Baschetti, professore di matematica, classe 1943, casualmente trovato mummificato nella sua casa di Venezia domenica scorsa, grazie "all'intervento" di un ladro. Era morto da sette anni (ovvero quand'era 68enne) ed oggi ne avrebbe avuti 75, ma nessuno se n'era accorto. Niente ha destato sospetti, neanche l'odore insopportabile di un corpo in putrefazione.
Come fosse stato l'ultimo degli invisibili, nessuno l'ha mai cercato in tutto questo tempo, o si è preoccupato della sua definitiva "assenza" dalla realtà. Tantomeno lo ha fatto sua sorella, unica congiunta che vive nella città lagunare, e con cui si erano interrotti i rapporti da un decennio. Ora proprio la consanguinea erediterà i beni di Baschetti.
Il morto della porta accanto
Se non fosse stato per un ladro, probabilmente il professore mummificato sarebbe rimasto nella sua casa di Santa Marta, una zona di Venezia non distante dal porto, altri sette anni e nessuno si sarebbe accorto di nulla. La scoperta deve aver atterrito il malintenzionato. In quella casa, infatti, deve essersi verificata una scena da film horror: il topo d'appartamento forza la porta inviolata da sette anni, si mette in azione per trafugare beni, ma il suo sguardo si posa su un cadavere rannicchiato su una brandina e, sconvolto, fugge a a gambe levate.
Non gli interessa nemmeno di prendere il portafoglio dell'uomo morto che, tra giornali vecchi e immondizia deteriorata, è accanto alla brandina: contiene 700 euro in contanti e la ricevuta di un prelievo bancomat effettuato nel settembre del 2011.
Stesso shock per un vicino di casa che, sorpreso nel trovare quella porta finalmente aperta, è andato a curiosare facendo, a sua volta, la macabra scoperta.
Poi la vicenda ha seguito l'iter previsto: dopo essere stati allertati, i carabinieri sono intervenuti con il medico legale che, ad un primo esame esterno, ha verificato che il corpo si è potuto conservare grazie ai venti della laguna e alle condizioni atmosferiche. L'autopsia all'ospedale di Venezia ha poi confermato la morte avvenuta sette anni fa e per cause naturali, non presentando il corpo alcun segno di violenza.
Fatto sta che a nessuno è mai venuto in mente di cercarlo, nemmeno ai vicini in quella zona abitata in prevalenza da studenti universitari: credevano si fosse trasferito altrove. Neanche i conoscenti del quartiere si sono chiesti dove fosse finito: il professore in pensione solitario, senza moglie né figli, era un fantasma già da vivo. L'Inps continuava a versargli la pensione sul conto corrente. Solo l'anagrafe, nel 2013, l'aveva cancellato dai registri dopo che i vigili non l'avevano trovato nel corso di un sopralluogo. Ma nessuno aveva indagato più a fondo.
La sorella lo ignorava da dieci anni
Il professore, che era laureato in astronomia, amava l'arte e si dilettava a dipingere, ed era diventato ancor più solitario da quando era andato in pensione.
Con la sorella Illiria aveva vissuto tanti anni fa al Lido di Venezia nella casa dei genitori, dove la donna tuttora abita con il marito. Per dissidi familiari, avevano rotto ogni rapporto da un decennio,e la sorella non l'aveva mai più cercato.
Ai carabinieri ha raccontato che non aveva motivi per contattarlo, ma mai avrebbe immaginato che fosse morto. Ora, siccome è l'unica congiunta rimasta in vita, la donna erediterà la casa di Baschetti di 60 metri quadrati e il conto in banca di circa 100mila euro, mentre gli 80mila euro accumulati che l'Inps aveva continuato a versare sul suo conto corrente torneranno all'ente.