Saranno ben sei le città italiane presso le quali le forze dell'ordine sperimenteranno l'uso del taser, la famigerata pistola elettrica, largamente diffusa negli Stati Uniti che immobilizza con una scossa elettrica e permette così di evitare pericolose colluttazioni con i malviventi.

Si partirà in via sperimentale da sei città

Brindisi, Caserta, Milano, Padova, Reggio Emilia e Catania sono infatti state selezionate come campione per la sperimentazione del taser che in queste città sarà dato in dotazione a carabinieri, poliziotti e soldati. L'importante novità è stata autorizzata lo scorso 20 marzo con un'apposita circolare firmata dal capo della direzione anticrimine.

C'è da dire che l'adozione del taser nella prevenzione del crimine era in discussione da diversi anni, ma solo negli ultimi mesi si è raggiunta l'intesa tra i diversi corpi di polizia ed i sindacati.

Per il momento chiaramente si tratta solo di un progetto sperimentale, un progetto che però dopo questa prima fase dovrebbe allargarsi a tutto il territorio nazionale, ovviamente prima che il taser venga utilizzato sull'intero territorio italiano servirà preparare e formare adeguatamente gli uomini preposti al suo utilizzo. Il modello di taser assegnato in questa fase sperimentale è denominato X2 ed è una pistola elettrica che rilascia una scarica di intensità regolare e controllata di 5 secondi, munita di un puntatore laser doppio che consente di colpire con precisione bersagli umani fino a 7 metri di distanza.

Per controllare l'operato delle forze dell'ordine che avranno in dotazione la pistola elettrica verrà anche applicata sulla loro divisa una speciale telecamera ad alta risoluzione ed a infrarossi che consentirà anche la visione notturna, telecamera che si attiverà nel momento esatto in cui verrà disinnescata la sicura alla pistola elettrica.

Il taser come noto è considerata un’arma non letale impiegata nella lotta alla criminalità che utilizza l’elettricità al solo scopo di paralizzare i movimenti attraverso una contrazione dei muscoli della persona colpita dovuta alla scarica elettrica.

Tale arma è stata inventata verso la fine degli anni sessanta e successivamente attraverso una continua evoluzione dell'originaria invenzione si è arrivati verso la fine degli anni novanta ai modelli che consentono la totale immobilizzazione della persona.

Onu ed Amnesty International sono contrari al suo uso

Dall’ONU l’arma è stata giudicata come un vero e proprio strumento di tortura, anche Amnesty International è fortemente critica con l'utilizzo di questa arma che ha causato secondo loro stime centinaia di morti negli Stati Uniti. Infatti a detta loro il pericolo è quello dovuto al suo essere considerata "innocua" e questa considerazione potrebbe determinarne un abuso nel suo utilizzo risultando pericolosa o addirittura letale per chi soffre di problemi cardiaci o di determinate patologie.