L'Italia torna a tremare. Ad essere colpito è il centro-nord con una scossa di magnitudo 3.7 sulla scala Richter. L'ipocentro del sisma è stato fissato a 2 km di profondità, mentre l'epicentro localizzato nel Montefeltro, è stato avvertito in particolare nelle località più vicine quali Santa Sofia, Bagno di Romagna, Galeata e Civitella di Romagna, nella provincia di Forlì-Cesena. Numerose persone per paura sono scese in strada, come tante sono state le segnalazioni giunte ai Vigili del Fuoco da Verghereto, Sarsina, Premilcuore, Rocca San Casciano, Portico e San Benedetto.
Numerose le telefonate anche dalla Toscana.
In seguito all'evento tellurico, si è messa subito in moto la Protezione Civile che dalle verifiche effettuate non ha registrato danni a persone o cose. Inizialmente, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), aveva parlato di magnitudo 3.9 con ipocentro a 8 km di profondità. Il Centro Sismico Euro Mediterraneo, invece, di magnitudo 4.0 e profondità di 8 km.
Nel 2012, vittime e danni
L'Emilia Romagna venne interessata nel 2012 da una serie di eventi che provocarono vittime e danni. Le maggiori criticità vennero registrate nella pianura padana emiliana. In particolare nelle province di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena, Reggio Emilia e Rovigo.
Il 20 maggio, epicentro del 6.1 Richter fu Finale Emilia (provincia di Modena). Pochi giorni dopo, il 29 maggio, una nuova scossa di 5.9 Richter interessava la stessa provincia con epicentro Medolla. Il 3 giugno, una nuova scossa di 5.1, non distante dalle precedenti, colpiva Novi di Modena aggiungendo ulteriori danni a quelli causati dai terremoti precedenti.
In quell'occasione crollò anche la torre dell'orologio ma non si registrano feriti.
Il 6 giugno una scossa di magnitudo 4.5 venne avvertita al largo di Ravenna. I sismologi dell'Ingv dichiararono che tale evento non andava correlato alla sequenza iniziata il 20 maggio, in quanto diversi i meccanismi focali. Il bilancio complessivo fu di 27 vittime e danni per 13 miliardi e 273 milioni di euro.
L'opinione di Massimo Cocco (Ingv)
Secondo Massimo Cocco, sismologo Ingv, la serie di eventi era dovuta allo scontro tra la placca africana e quella europea. Nello specifico, la spinta degli Appennini produsse una faglia di circa 40 km che liberò l'energia accumulata con i terremoti che provocarono vittime e danni in quasi tutta la Pianura Padana.