Derisa e aggredita in classe dai suoi alunni. 'Colpevole' d'avere poco polso, d'essere particolarmente timida, impacciata e soprattutto d'essere 'solo' una supplente, una insegnante disabile sarebbe stata legata alla sedia della cattedra con dello scotch, presa a calci e filmata. Un video pubblicato sui social è stato prontamente rimosso dagli stessi responsabili quando si sono resi conto d'averla combinata grossa. L'episodio di bullismo di cui si è venuti a conoscenza solo ora, è accaduto circa un mese fa in una prima di un istituto tecnico di alessandria e i responsabili hanno tra i 14 e i 15 anni d'età.

Presa di mira da tutta la classe

Prenderla in giro non gli sarebbe bastato. Canzonarla per le difficoltà motorie approfittando del fatto che fosse una supplente, sarebbe stato il meno rispetto al trattamento riservato alla docente in una Scuola di Alessandria. Tutta la classe trasformata in 'branco' avrebbe ideato un gioco ignobile: la docente sarebbe stata legata a una sedia con nastro adesivo, immobilizzata e intanto dileggiata. Gli alunni che non avrebbero partecipato materialmente all'azione, sarebbero stati comunque complici dei compagni perché impegnati a riprendere il 'gioco' con cellulari. Un video è stato pubblicato su Instagram e sui social, ma è stato presto rimosso. La canzonatura da parte dei bulli è terminata solo quando un loro compagno più grande già maggiorenne, richiamato dal clamore nell'aula di prima, è arrivato in soccorso della professoressa con un bidello.

La docente vittima ha scelto di non denunciare l'accaduto.

Punizione blanda

In assenza di una denuncia, con immagini di cui non si conosce il contenuto scomparse dal Web e l'Ufficio scolastico provinciale che ignorava l'accaduto, genitori e preside avrebbero minimizzato l'episodio, concordi nel sostenere che la docente non sia stata mai stata legata, non ci sia stato un episodio di bullismo e gli alunni non si siano spinti oltre la presa in giro della docente, comunque grave.

Per i genitori, i loro "bambini" sono stati descritti come delinquenti e ingiustamente accusati. Secondo il dirigente scolastico la supplente, di solito affiancata da una collega, era sola in quella classe numerosa e 'vivace'. Aveva chiesto ai ragazzi di scrivere alcune frasi alla lavagna. Avrebbero approfittato della sua debolezza scherzando, umiliandola e mettendole dello scotch nella borsa, ma senza legarla né prenderla a calci.

Convocato il consiglio d'istituto, tutta la classe è stata punita in maniera lieve: un mese di sospensione e obbligo di frequenza. Al rientro a scuola, obbligo di svuotare ogni giorno i cestini di tutte le classi durante l'intervallo.

'Caso gravissimo'

Molti insegnanti dell'istituto si sono scagliati contro il provvedimento, considerandolo non educativo, un messaggio sbagliato anche verso chi a scuola ha un comportamento corretto. Sul caso è intervenuto uno psicoterapeuta dell'età evolutiva, Federico Bianchi di Castelbianco, che ha definito gravissimo accaduto, la punizione ridicola due volte perché mette in ridicolo anche gli adulti. Una giusta punizione, invece,"deve squalificare di fronte agli occhi dei coetanei".

Il che significa che la squalifica debba prevedere un loro intervento nel sociale che non sia svuotare cestini. Per lo specialista, i bulli dovrebbero essere puniti con lavori socialmente utili, quali prestare aiuto alla Caritas, "andare dove c’e’ la sofferenza e il dolore per poterli riconoscere perché riflettano sul quanto hanno fatto". Intanto, la supplente dice di averli perdonati. Ma forse un 'perdono' regalato non li aiuterà a diventare pienamente umani.