Riaffiora la vicenda bardonecchia avvenuta venerdì 30 marzo. Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore di Torino, Armando Spataro, è intervenuto annunciando di aver emesso un "ordine di investigazione europeo" rivolto alla magistratura francese nei confronti dei cinque doganieri transalpini che si sarebbero resi protagonisti dell'episodio verificatosi nei locali della stazione della cittadina piemontese.

In particolare, gli inquirenti italiani richiedono che si conoscano le generalità degli uomini indagati, che la competente autorità francese interroghi i cinque doganieri per i reati commessi alla presenza dei pm di Torino, titolari delle indagini in corso, e che sia trasmessa ogni documentazione necessaria e relativa alle attività degli indagati.

Ricordiamo, intanto, cos'è successo quel venerdì 30 marzo.

Bardonecchia, venerdì 30 marzo

Cinque agenti della polizia doganale francese hanno fatto un blitz nei locali della stazione ferroviaria di Bardonecchia per effettuare il test delle urine ad un migrante di origine nigeriana. In quest'area operano i volontari di "Rainbow for Africa", la Ong che offre aiuti umanitari in Italia e in Africa. Gli operatori, di solito, assistono i migranti respinti o che cercano migliori prospettive di vita all'estero.

La vicenda di Bardonecchia è divenuta, in poche ore, un vero e proprio caso diplomatico tra Italia e Francia. Immediate sono giunte anche le reazioni di diverse personalità del mondo politico italiano che, all'unisono, si sono schierate contro l'azione dei doganieri francesi nella cittadina piemontese.

Le violazioni delle norme secondo i legali

Gli avvocati dell'Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) hanno pubblicato sul sito web dell'associazione un approfondimento per chiarire quali sarebbero state le disposizioni violate, e i presunti motivi dell'indignazione degli operatori che, con impegno e serietà, lavorano nei locali della stazione di Bardonecchia.

In particolare, secondo i legali sarebbero state violate le seguenti norme: l'Accordo di Chambery del 1997; il Trattato di Prum del 2005, ratificato e reso esecutivo dall'Italia con legge n. 85/2009; l'Accordo tra Italia e Francia in materia di cooperazione bilaterale per l'esecuzione di operazioni congiunte di polizia del 2012, ratificato e reso esecutivo con legge n.

215/15; gli articoli 40 e 41 della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen.

Il procuratore di Torino ha definito scorretta l'azione dei cinque doganieri, ma allo stesso tempo crede nella collaborazione tra le forze dell'ordine e le autorità giudiziarie di Italia e Francia.