I Carabinieri non hanno ancora certezze sulla dinamica dell’incidente mortale accaduto la scorsa notte, in via Leopardi, a Gonnosfanadiga, paese in provincia del Medio Campidano. L’unica verità – almeno per ora – è che Antonio Demontis, allevatore 53enne di Gonnosfanadiga, alla guida della sua “Ape Piaggio” è morto, dopo essere stato trasportato da un’ambulanza medicalizzata del 118, all’ospedale di San Gavino. Il cuore dell’uomo infatti – nonostante il rapido intervento dei soccorsi – ha cessato di battere praticamente all’istante. Troppo gravi le ferite riportate dall’allevatore, che è stato proiettato fuori dal autocarro ed è caduto pesantemente sull’asfalto.

Nell’incidente sarebbe stata coinvolta anche un’altra auto, con a bordo due ventenni, che però sono rimasti praticamente illesi.

E sarebbe proprio la vettura guidata da uno dei due giovani ad aver dato il colpo di grazia a Antonio Demontis. Le indagini dei Carabinieri – che fine a notte fonda hanno effettuato tutti i rilievi di rito – non saranno semplici. Anche perché – oltre ai due giovanissimi – non ci sarebbero altri testimoni al singolare incidente. Nel caso in cui infatti venga data la responsabilità del sinistro al giovane alla guida dell’auto, si potrebbe parlare di omicidio stradale. Ma questo – almeno per ora – è ancora tutto da dimostrare. Nel frattempo il 23enne alla guida dell’auto probabilmente coinvolta nel sinistro mortale, è stato sottoposto a tutti i test tossicologici, per capire se nel sangue ci siano tracce di droga o alcol.

A breve i risultati. Le indagini – non facili – sono state affidate ai Carabinieri del nucleo radiomobile di Villacidro e ai colleghi della stazione di Gonnosfanadiga.

Una dinamica da ricostruire

Le ipotesi al vaglio degli inquirenti – per far chiarezza sul sinistro accaduto la scorsa notte – sono due. La prima è che Antonio Demontis (che non era sposato e aveva undici fratelli), abbia fatto tutto da solo.

Nel senso che l’allevatore 53enne – per motivi ancora da verificare – avrebbe perso il controllo della sua Ape Piaggio e dopo essersi ribaltato più volte, sarebbe stato proiettato fuori dal mezzo, per poi cadere violentemente sull’asfalto. Qui – praticamente incosciente – sarebbe stato preso in pieno da un’Opel Corsa, guidata dal 23enne Michele Montis, di Arbus, che non avrebbe visto l’uomo a terra.

Sul luogo del tragico incidente infatti non ci sarebbero segni di frenata. E considerando che la Opel ha finito la sua corsa a una sessantina di metri da dove è stato travolto l’allevatoresecondo i Carabinieri – potrebbe dire che la velocità dell’auto fosse abbastanza elevata e quindi il giovane guidatore non avrebbe nemmeno fatto in tempo a frenare per evitare il pover’uomo. Questo però si potrà dire con certezza, solo dopo tutti i rilievi di rito effettuati dagli abili investigatori dell’Arma.

Scontro frontale

Un'altra tesi – anche questa tutta da verificare – è che invece ci sia stato proprio uno scontro frontale tra la Opel Corsa guidata dal giovane di Arbus e la moto carrozzella guidata dall’allevatore di Gonnosfanadiga.

L’Ape infatti potrebbe aver effettuato una manovra azzardata e il sopravvento (a forte velocità) dell’auto, avrebbe fatto il resto. Lo scontro è stato infatti molto violento al punto che il corpo dell’uomo, è stato sbalzato per diversi metri fuori dall’abitacolo del moto carro. Insomma due tesi che in ogni caso sono ancora tutte da verificare e che comunque potrebbero aggravare la posizione del giovane alla guida, Michele Montis, che potrebbe essere accusato di omicidio stradale. Le indagini sono ancora comunque in corso e ci saranno sicuramente altri aggiornamenti nelle prossime ore.