Un migrante di 22 anni originario del Gambia è stato arrestato a Napoli. Stava progettando un attentato con la modalità tipica di altri episodi di terrorismo analoghi, ovvero a bordo di un'auto lanciata sulla folla con lo scopo di falciare il più alto numero possibile di passanti. Questa pratica barbara ma tremendamente efficace torna a far paura e questa volta la minaccia tocca proprio l'Italia. Ovviamente tra il proposito di un attentato e il fatto compiuto la distanza è notevole e gli inquirenti ci tengono a sottolineare che il pericolo in questo caso anche se reale e concreto è stato sventato in tempo.
Chi è il gambiano che progettava l'attacco
Il ragazzo arrestato proviene dallo stato africano del Gambia e che si chiama Alagie Touray. Balza immediatamente all'occhio l'età giovanissima, solo 22 anni. Si tratta di uno fra i tantissimi figli di questa immigrazione che dalla Libia raggiunge il nostro paese. Da circa un anno si trovava stabilmente a Pozzuoli e il video incriminato al vaglio degli investigatori sarebbe stato proprio girato all'interno del centro d'accoglienza. Il ragazzo infatti avrebbe avviato le procedure per la richiesta d'asilo che tuttavia non sarebbe ancora stata concessa.
L'indagine
La polizia spagnola ha contattato la nostra intelligence per segnalare questi contatti sospetti con il paese di origine del ragazzo.
Anche stavolta il mezzo di comunicazione utilizzato sarebbe stato Telegram, il celebre programma di messaggistica istantanea che i terroristi dello Stato Islamico utilizzano spesso per scambiarsi informazioni e impartire ordini. Lo stesso Touray nel corso dell'interrogatorio ha confessato oltre al giuramento all'Isis anche l'intenzione di compiere l'attentato lanciandosi con l'auto sulla folla.
Cos'è la "Car Jihad"
La "Car Jihad" è un metodo di compiere attentati a bordo di veicoli che Israele conosce molto bene. Infatti nello stato ebraico sono numerosi gli episodi di terrorismo compiuti sfruttando questa metodologia. La ragione per cui la pratica della "Car Jihad" si è diffusa anche in occidente, a partire dalla strage di Nizza, è che il costo di un attentato si riduce sensibilmente.
Anche i rischi connessi al trasporto di armi come avviene negli attentati tradizionali, in questo caso è praticamente azzerato, essendo più che sufficiente un'automobile, un furgone o un camion. Il capo della Polizia Franco Gabrielli ha chiesto ufficialmente di non amplificare troppo la notizia perché creare inutili paure non serve a nessuno. Nel contempo ha colto l'occasione per complimentarsi con chi ha condotto questa indagine, facendo un lavoro eccellente di prevenzione.