"L'odio nei confronti dei giornalisti è una delle peggiori minacce alla democrazia", ha dichiarato Christophe Deloire, segretario generale di Reporters Sans Frontières (RSF) presentando il World Press Freedom Index 2018, rapporto pubblicato ieri e che ogni anno valuta la libertà di stampa nel mondo. "I leader politici che alimentano il disprezzo per i giornalisti hanno pesanti responsabilità”, ha aggiunto Deloire, “perché minano il concetto di dibattito pubblico basato sui fatti anziché sulla propaganda. Contestare la legittimità del giornalismo oggi è giocare con un fuoco politico estremamente pericoloso”.
Il rapporto tra i leader politici e i media è peggiorato
L’edizione 2018 del World Press Freedom Index, che analizza la libertà di stampa in 180 Paesi, evidenzia come l'ostilità nei confronti dei media da parte dei leader politici non sia più limitata unicamente a Paesi autoritari quali la Turchia (al 157/o posto nell'indice) dove proprio in queste ore 14 giornalisti del quotidiano laico Cumhuriyet sono stati condannati per "sostegno al terrorismo" o l'Egitto (al 161/o posto), ma anche in Paesi in cui vi sono leader democraticamente eletti il rapporto con i media è peggiorato, e l’informazione viene considerata dai politici come un’avversaria a cui viene manifestata apertamente ostilità.
L’Europa continua a essere il continente dove esiste la maggior libertà di stampa, in particolare nei Paesi del nord come la Norvegia, che è al primo posto nell’indice, seguita da Svezia, Olanda e Finlandia.
Allo stesso tempo però, l'indicatore regionale della libertà di stampa in Europa è quello che nel 2018 ha avuto il maggior calo, con quattro dei cinque Paesi con la più rovinosa discesa nell’indice: Malta (dal 18/o al 65/o posto), dove nell'ottobre del 2017 è stata uccisa in un attentato la giornalista Daphne Caruana Galizia, la Repubblica Ceca (dall’11/o al 34/o), la Serbia (dal 10/o al 76/o) e la Slovacchia (dal 10/o al 27/o posto) dove circa due mesi fa è stato ucciso il giornalista Ján Kuciak [VIDEO].
In Italia la situazione è allarmante
L’Italia si trova invece al 46/o posto del World Press Freedom Index 2018, in leggero miglioramento rispetto al 52/o posto dello scorso anno. Una magra soddisfazione e permangono gravi criticità: “Dieci colleghi italiani”, sottolineano i giornalisti di Reporters Sans Frontières, “sono attualmente sotto protezione a causa di minacce di morte, soprattutto da parte di organizzazioni mafiose, o gruppi anarchici o fondamentalisti.
Il livello di violenza nei confronti dei giornalisti, comprese intimidazioni e minacce verbali e fisiche è allarmante e continua a crescere, specialmente in Campania, Calabria e Sicilia. Molti giornalisti, soprattutto nella capitale e nel sud del paese hanno denunciato molestie, aggressioni fisiche e irruzioni nelle loro abitazioni con furti di computer e documenti confidenziali.”