Di Torino il primo bambino nato e registrato all'anagrafe come "figlio di due mamme". Niccolò Pietro è il nome del bimbo, figlio di Chiara Foglietti e Micaela Ghisleni, coppia di giovani torinesi orgogliose e fiere del risultato ottenuto. La sindaca Chiara Appendino commenta così : «Speriamo di aver generato [...] l’avvio di un iter che adegui l’attuale sistema normativo all’evolvere della società civile".

Le norme e la società: il diritto dinamico

Quando pensiamo al diritto, alla legge, succede non tanto raramente che lo si immagini come un qualcosa di rigido e irremovibile: la legge è legge, non ha nulla a che vedere con l'individualità e con la psiche degli esseri umani, è norma che ne regola il comportamento e ne sancisce diritti e doveri.

Il diritto, sociologicamente, è l'esercizio del potere da parte dello Stato. Lo Stato ha monopolio sul potere che legittima la possibilità di usare la forza per ottenere l'obbedienza.

Non è nulla di assurdo, né di totalitario: le regole infatti alle quali obbedire sono, almeno negli stati moderni nazionali, democraticamente sancite e l'obbedienza a queste è dunque una normale conseguenza di una scelta in mano al popolo. Ogni decisione del popolo dunque, è frutto e conseguenza di un'opinione condivisa, di un desiderio comune o un modo di pensare generale rispetto ad un determinato ambito in un determinato momento storico.

Il diritto allora non sembra essere molto lontana da quella che è una delle più grandi caratteristiche degli aggregati umani: la cultura.

La cultura è diversa dall'etnia o da quella che viene definita "razza". La cultura è un'insieme di credenze, valori, idee, modi di pensare e di comportarsi, norme esplicite ed implicite, condivise da un gruppo ingente di persone costituenti una società. Il diritto quindi, non resta "fermo a guardare". Se così fosse, probabilmente applicheremmo ancora sistemi punitivi medievali come la faida o la tortura pubblica.

Molte delle leggi si sono infatti trasformate, sono sparite o sono nate in concomitanza con grandi cambiamenti culturali. Non bisogna andare molto lontano per citare qualche esempio che evidenzi proprio quest'aspetto: l'adulterio smette di essere considerato un reato. Viene introdotto il divorzio ed eliminato il matrimonio riparatorio.

La ragione di questa immaginaria diffidenza è sicuramente da ricercare nel contesto culturale dei tempi: il modo di pensare alla donna, fortemente influenzato dalla religione da una parte ma anche dalle necessità produttive e lavorative dei tempi, hanno lentamente contribuito a renderla una "donna dal ruolo di casa". Discostarsi da questa immagine ideale di donna, in quel periodo, non solo costituiva un grande schiaffo al bon ton della società di quei tempi, ma addirittura un reato.

I cambiamenti culturali, la rivoluzione, i movimenti femministi e altre ondate riformiste hanno contribuito a cambiare significativamente queste condizioni e moltissime altre. Il cambiamento però arriva dal cambiamento del modo di pensare, il cambiamento culturale, il cambiamento nel modo di vedere le cose: il diritto è semplicemente un risvolto di questi passaggi.

La devianza: violare una norma della collettività

Le norme e le regole però non sono sempre ufficiali. Se il diritto positivo dunque specifica quali comportamenti possono essere soggetti a sanzioni, regola dunque lo stare in società da un punto di vista formale, esiste un altro coacervo di regole meno esplicite ma dal fortissimo impatto culturale: queste sono le norme implicite, le norme della collettività.

Una norma della collettività che definiremmo implicita è una regola che non viene specificatamente riconosciuta dal diritto positivo, ma che generalmente la collettività è portata a rispettare in quanto modo di comportarsi caratteristico di un gruppo di persone. Per quanto possa essere strano, talvolta è più semplice violare una norma esplicita che una norma implicita.

Pensiamo ad un ragazzino che ruba una caramella ad una bancarella durante una festa di paese: rubare non è legale, ma non ci stupiamo più di tanto.

Il concetto di devianza fa riferimento ad un comportamento o atto che si discosta dalle norme della collettività e che determina un qualche tipo di disappunto, sanzione o emarginazione. Per questo differisce dal concetto legale di reato, essendo infatti un concetto più sociologico.