Sembrava fosse una misura 'punitiva' limitata agli Stati Uniti. E invece anche in Italia amazon, la più grande piattaforma di acquisti on line, ha iniziato ad applicare una sorta di 'legge del taglione': cancella senza alcun preavviso i profili di utenti che commettono il peccato di fare troppi 'resi' di articoli ordinati. Chi è considerato un acquirente volubile viene bannato in maniera permanente. Ed è successo anche per pochi articoli acquistati in un anno e restituiti.

Amazon 'punisce' acquirenti indecisi o capricciosi

Rimandare indietro anche pochi prodotti ordinati pare sia diventato per Amazon l'equivalente di un peccato capitale, un crimine punito con la cancellazione dell'account di chi si macchi di questa 'colpa'.

E pensare che il gigante dell'ecommerce, per volontà del suo creatore e padrone Jeff Bezos, paperone del mondo tech, ha conquistato milioni di utenti nel mondo proprio grazie a una politica dei resi facili. L'utente ha la possibilità di rendere un prodotto difettoso, danneggiato, non conforme alla richiesta, o su cui c'era stato un ripensamento, in maniera gratuita e senza dover dare spiegazioni, può farsi restituire i soldi o chiedere un articolo identico integro. Ma ora tutto sta cambiando: l'avvisaglia è arrivata come sempre dagli Stati Uniti, dove tutto accade sempre prima rispetto all'Europa. Molti clienti che ora pensano a una 'class action' sono stati espulsi dalla piattaforma senza preavviso.

Casi italiani

Ora, come segnalato al quotidiano 'La Repubblica', sta capitando lo stesso anche agli utenti italiani che accusano il gigante di comportamento scorretto e scarsa trasparenza. in Italia, oltretutto, il Codice del Consumo prevede che i clienti possano restituire gli articoli acquistati entro 10 giorni, senza penalità e senza specificare il motivo, e Amazon aveva ampliato il diritto di recesso a 14 giorni.

In assenza di una regolamentazione chiara, pare che Amazon possa cambiare le regole: se da una parte la società non ha mai esplicitamente dichiarato che restituire troppi articoli significhi la cancellazione automatica dal sito, dall'altro le condizioni d'uso prevedono che possa chiudere account a propria discrezione. Essere espulsi dalla piattaforma può essere un 'guaio' non solo perché a livello di offerta di prodotti on line non ha uguali, ma perché spesso capita che la chiusura improvvisa dell'account impedisca agli utenti di recuperare i soldi caricati.

Provvedimento 'anti-abuso'

Responsabili Amazon hanno dichiarato alla stampa americana che con 300 milioni di clienti nel mondo non hanno avviato questa nuova politica alla leggera, ma solo per fermare utenti 'furbi'. C'è chi abuserebbe della restituzione di articoli per lungo periodo, causando problemi anche alle aziende che si appoggiano alla piattaforma per vendere e costringendole a un aumento di prezzi. Amazon sostiene che se un cliente riscontra un errore viene incoraggiato a contattare l'azienda. Altrimenti c'è prima un cartellino giallo: una mail di avvertimento all'utente con cui informa di attività 'sospetta' e chiede al cliente di indicare il perché abbia fatto un elevato numero di resi, segno che non è soddisfatto della sua esperienza di acquisto.

In alcuni casi c'è un secondo avviso in cui, articolo per articolo, la piattaforma chiede il perché della restituzione. Poi però il cartellino diventa rosso ed arriva l'espulsione permanente: l'utente è bannato e talvolta anche i familiari lo sono. Ma l'azienda non ha mai indicato la soglia di resi da non superare. Per Domenico Romito, legale oltre che responsabile di 'Avvocati dei consumatori', l'Ue deve dotarsi di una regolamentazione a tutela del consumatore ora che questi giganti occupano quasi tutto il mercato.