Il rover Curiosity ha rilevato la presenza di materia organica complessa su Marte. È quanto emerge da due ricerche comunicate dalla Nasa e pubblicate su "Science". Allo stesso tempo, però, gli scienziati sottolineano come ciò non significhi che ci sia necessariamente della vita sul pianeta rosso. Le tracce organiche sono emerse dopo un'attenta analisi delle variazioni di metano sia nell'atmosfera che sul suolo, e in seguito ad un'indagine svolta su campioni di terreno raccolti da Curiosity in un arco di tempo compreso tra il 2012 e il 2016.

Il metano su Marte

Christopher Webster, scienziato del JPL Nasa (Jet Propulsion Laboratory), in un primo studio sui dati raccolti dal rover Curiosity, ha dimostrato come fosse presente, nell'atmosfera di Marte, del metano, la cui concentrazione cambiava a seconda dei periodi e delle stagioni. Questa scoperta, come riporta "Focus", ha richiamato le attenzioni di diversi esobiologi, poiché sulla Terra questo gas viene prodotto da sostanze biologiche, ovvero da organismi viventi. Naturalmente, ciò non implica necessariamente la presenza di vita sul pianeta rosso, poiché le sue condizioni ambientali non solo sono diverse, ma anche più difficoltose rispetto all'ambiente terrestre.

La vita su Marte

Gli studiosi hanno chiarito fin da subito che, nonostante i dati emersi di recente, è ancora presto per affermare che possano esserci delle forme di vita su Marte.

Allo stesso tempo, gli scienziati hanno riportato che, se davvero vi fossero degli organismi vitali, questi sarebbero quasi esclusivamente a livello batterico, con un ecosistema che si troverebbe piuttosto in profondità rispetto alla superficie, a causa delle condizioni limitanti dell'ambiente marziano.

Inoltre, gli esperti hanno immediatamente frenato i facili entusiasmi, ricordando che la presenza sul pianeta rosso di molecole che contengono gli elementi base della vita (azoto, idrogeno, carbonio, ossigeno, zolfo e fosforo) non dà alcuna sicurezza sull'esistenza di organismi viventi, poiché queste molecole organiche possono derivare anche da reazioni chimiche prettamente inorganiche.

Marte e i clatrati

Il clatrato è un composto di inclusione e, generalmente, il metano allo stato solido è riscontrabile proprio in queste strutture. Curiosity, nei suoi primi tre anni di esplorazione, ha analizzato l'aria del cratere di Gale, inviando sulla Terra diversi campioni dai quali è emerso che i livelli di metano nell'atmosfera marziana cambiano ciclicamente col mutare delle stagioni, da 0,24 a 0,65 parti per miliardo.

Il gas, a sua volta, sarebbe inglobato in una serie di cristalli di ghiaccio che, generalmente, sul pianeta terrestre hanno un'origine organica.

La seconda ricerca

Una seconda ricerca è stata condotta da Jennifer Eigenbrode (Nasa Goddard Space Flight Center), soffermatasi sui numerosi campioni di suolo raccolti dal rover Curiosity, dai quali è emerso che su Marte vi sono diversi composti organici come tiofene, metiltiofeni, metantiolo e solfuro dimetile. Queste molecole potrebbero essere il prodotto di organismi ancor più complessi risalenti a più di 3 miliardi di anni fa, quando il cratere di Gale ospitava un lago.

Naturalmente, prima di affermare che possa esserci davvero della vita su Marte, risulterà fondamentale effettuare ulteriori ricerche che siano in grado di capire quali siano le reali origini degli elementi rilevati in questi ultimi anni.