Google, piattaforma leader nel campo dei motori di ricerca e browser, sta sviluppando un codice etico per quanto riguarda l'impiego del suo software di intelligenza artificiale (AI). Il provvedimento è rivolto soprattutto all'impiego che tali software hanno trovato in ambito militare, utilizzati in particolare dal Pentagono (il nucleo dei servizi segreti statunitensi), duramente criticato da molti dipendenti del colosso di Mountain View. La mossa in questione, secondo il New York Times, è stata presa dalla direzione dell'azienda dopo una lettera a loro rivolta da parte dei dipendenti, in cui spiegavano la loro indisponibilità a lavorare a progetti che sarebbero potuti finire in mano ai militari e, in generale, la loro contrarietà all'uso bellico dei software di Google.
Nonostante uno dei motti di Big G sia proprio "don't be evil" (non essere malvagio), l'opinione pubblica è venuta a conoscenza di alcuni software a dispositivi, creati dall'azienda, in grado di monitorare e analizzare le riprese effettuate con i droni dell'aeronautica militare statunitense, sviluppate appositamente per il Pentagono.
Il futuro dell'intelligenza artificiale
La decisione di Google non è assolutamente un caso isolato: da anni si discute sulle problematiche che potrebbero derivare da uno sviluppo incontrollato dell'intelligenza artificiale. Se infatti, ultimamente, l'AI è vista come un aiuto per le persone, per esempio tramite sistemi di dettatura o traduzione istantanea, guida autonoma, assistenza a chirurghi e diagnosi in ambito medico, video-sorveglianza, si deve anche considerare l'altra faccia della medaglia.
L'intelligenza artificiale, infatti, potrebbe anche portare alla perdita di numerosi posti di lavoro, in quanto gli industriali sarebbero in grado di far svolgere alcune mansioni, in particolare quelle più ripetitive che per ora sono svolte per lo più dai lavoratori meno specializzati e quindi più poveri, a dei robot programmati con sofisticati algoritmi che potrebbero svolgere il lavoro in maniera molto più economica, efficiente e, soprattutto, senza essere stipendiati e senza nessun limite orario.
A proposito di ciò Bill Gates, miliardario fondatore di Microsoft, propose di tassare i robot industriali più avanzati, permettendo così di aiutare i lavoratori che si ritroverebbero disoccupati con appositi sussidi. Il problema, però, potrebbe anche essere più serio ed immediato. Queste tecnologie vengono anche sfruttate in ambito militare e permettono a chi le possiede di identificare e colpire qualsiasi obiettivo anche da distanze di centinaia di chilometri, o di camuffare jet militari rendendoli invisibili ai radar.
Senza scomodare fantascienza e robot in stile Terminator, possiamo dire sul serio che tali sistemi devono essere gestiti con cautela, utilizzati per il progresso umano e, soprattutto, controllati al fine di non farli cadere nelle mani di qualche malintenzionato.