In un normalissimo e tranquillo pomeriggio di lavoro nella capitale, il caporalmaggiore 25enne, Enrico De Mattia, inquadrato nell'operazione 'Strade sicure', si chiude nel bagno di Palazzo Grazioli, ed essendo munito della propria pistola d'ordinanza, si spara un colpo alla testa.

L'accaduto

E' avvenuto nel pomeriggio di sabato 28 luglio, intorno alle ore 15, il suicidio del giovane caporalmaggiore di 25 anni, Enrico De Mattia, originario di Angri, in provincia di Salerno e proveniente dal 1/0 Reggimento Granatieri di Sardegna. Si sarebbe introdotto in un bagno di Palazzo Grazioli, la residenza romana di Silvio Berlusconi, ed essendo in possesso della pistola d'ordinanza, decide di porre tragicamente fine alla sua esistenza, sparandosi un colpo al capo.

A rendere nota la notizia, poi confermata dagli ambienti militari, è GrNet.it, il sito specializzato in questioni militari e di Difesa.

I motivi

Alcune fonti dell'Esercito sostengono, riferendo all'Ansa, che dietro tale gesto si celino motivo sentimentali, anche se si precisa che De Mattia non era sposato e non aveva figli. Inoltre - fanno sapere - chi divulgherà notizie e motivazioni fasulle sarà reo di sciacallaggio soprattutto nei riguardi della famiglia del giovane tragicamente scomparso in servizio, che sta attraversando momenti difficilissimi ed è distrutta dal dolore.

Pertanto, aggiunge l'Esercito tramite una nota, che intende offrire il proprio contributo alle indagini degli inquirenti, al fine di cercare al più presto la motivazione che ha spinto il giovane venticinquenne a lasciare all'improvviso e in modo così crudele sia i compagni e il suo lavoro sia i suoi familiari.

Anche il capo di Stato maggiore dell'Esercito, Salvatore Farina, esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia De Mattia che, sin dall'inizio, è stata assistita e supportata da un punto vista logistico e psicologico.

I precedenti

GrNet ricorda che questo è il terzo suicidio in sei mesi di un militare impegnato nell'operazione 'Strade Sicure'.

Nel dicembre del 2017, un granatiere di stanza, a Spoleto, si è suicidato tramite impiccagione mentre era in licenza dopo il periodo di servizio nell'operazione. Segue, nel febbraio 2018, il suicidio di un bersagliere 29enne, di origini pugliesi (Taranto): si spara alla testa nella stazione metro di Barberini, nel centro romano.

'I militari di Strade Sicure sono provati fisicamente e psicologicamente'

GrNet ammette che quanti sono impegnati nell'operazione 'Strade Sicure', sono provati sotto il profilo fisico e psicologico (e anche il caldo di questi giorni fa la sua parte). Alcuni giorni fa, almeno 150 militari avevano chiesto al ministro della Difesa e al capo di Stato Maggiore dell'Esercito, di rispettare il testo unico sulla sicurezza del lavoro.

Complessivamente, sono 7000 i soldati di 'Strade Sicure', che per adempiere al proprio dovere devono rispettare alcune consegne di servizio. Fra queste, emerge un punto, a seguito del quale ai militari viene imposto di restare in piedi e all'esterno del mezzo per almeno 6 ore consecutive.

E non sono previste pause. In secondo luogo, essi sono tenuti a indossare, per un totale di 20 chilogrammi, un pesante armamento, un munizionamento e un equipaggiamento. Ma, la Difesa ammette di essere già a lavoro, poiché la priorità è la tutela del personale.