Tragedia durante le operazioni di soccorso dei 12 giovani calciatori intrappolati insieme al loro allenatore all’interno delle grotte di Tham Luang. Uno dei volontari impegnati all’interno delle cavità, Saman Poonan, si è sentito male durante la fase di rientro, per mancanza di ossigeno. L’uomo, un esperto ex sommozzatore dei Marines thailandesi, è riuscito a dare il segnale di pericolo – due strattoni al cavo di segnalazione – prima di perdere i sensi. Quindi gli altri soccorritori sono subito intervenuti, ma quando lo hanno recuperato non c’era più nulla da fare.

Saman, che era stato assunto dall’aeroporto di Bangkok, si era messo in ferie per partecipare alle manovre di salvataggio: gli era stato affidato il compito di rifornire di bombole di ossigeno una delle grotte libere dall’acqua.

Iniziano ad esaurirsi le scorte di ossigeno

La notizia della morte del volontario, durante le operazioni di rifornimento del gruppo di giovani, è stata data ufficialmente dal coordinatore delle operazioni sul posto, Passakorn Boonyalak. L’incidente ha ulteriormente aumentato la preoccupazione per la sorte dei ragazzi imprigionati. Infatti in queste ore si è registrata una notevole riduzione della quantità di ossigeno presente nelle grotte, passata dall’abituale 21% all’attuale 15%.

Gli esperti spiegano questa novità con la presenza di centinaia di soccorritori che stanno velocemente consumando le riserve disponibili, che filtrano attraverso le fessure della roccia. Oltre alle decine di militari della marina thailandese, sono arrivati a Tham Luang esperti da tutto il mondo: una trentina di marines Usa giunti dalle basi del Pacifico, australiani dei corpi volontari ed i sommozzatori inglesi, tra i primi a muoversi.

Le operazioni di soccorso non si fermano

Tra le forze impegnate in questo parco naturale situato nel nord della Thailandia, a pochi chilometri dai confini con il Laos e la Birmania, aumenta la convinzione che non ci sia più tempo da perdere, vista la scarsità di ossigeno.

L’idea è quella di insegnare ai giovani componenti della squadra di calcio del Mu Pa Academy come effettuare immersioni subacquee per poi portarli in salvo attraverso il difficoltoso percorso verso l’ingresso delle grotte, con diversi cunicoli stretti e completamente sommersi da acqua e melma. Un viaggio già complicato per i soccorritori, ma che sembrerebbe quasi impossibile per un gruppo di ragazzi, di un’età compresa tra gli 11 e i 16 anni, che non sa nemmeno nuotare. Nel frattempo si sta posizionando un tubo lungo circa cinque chilometri che possa portare ossigeno fino alla cavità in cui hanno trovato riparo gli intrappolati, a cui naturalmente non è stato detto nulla della morte del volontario, per non creare panico.

Parallelamente alla condotta per l’aria si sta predisponendo un cavo telefonico per permettere ai calciatori in erba di parlare con le loro famiglie per tranquillizzarli. Ma i timori crescono, anche perché come testimonia Francesco Battistini, inviato sul posto del Corriere della Sera, le forti piogge monsoniche, che hanno causato gli allagamenti e reso impraticabile la via di uscita dalle grotte, dovrebbero riprendere a breve. Ma tutti sperano che i posti che la Fifa ha comunicato di aver riservato ai componenti della squadra del Mu Pa Academy per la finale dei mondiali di calcio in Russia possano essere davvero occupati dai ragazzi thailandesi.