Trent'anni di carcere per Kimberley Martines, la giovane donna che nel 2016 uccise la figlia di soli 17 mesi. Un omicidio terribile alla base di quale ci sarebbe stata una motivazione folle. La madre della piccola vittima, in preda alla depressione, avrebbe voluto attirare l'attenzione del marito e, pertanto, ha deciso di farlo nella maniera più estrema uccidendo la bambina. Il modo scelto da Kimberley per porre fine alla vita della figlia è sconcertante, la bimba sarebbe morta dopo aver forzatamente ingerito grandi quantità di sale.

Una morte atroce, causata dal sale

Era il mese di luglio di due anni fa quando la bambina venne trasportata d'urgenza in ospedale, allo Spartanburg Medical Center, in South Carolina, in preda a febbre altissima e violente convulsioni. Le analisi clinche rivelarono un'elevatissima presenza di sale nel sangue, causa del restringimento dei vasi sanguigni. Dagli esami venne evidenziata, inoltre, la presenza di liquidi nei polmoni e danni gravi ai reni. La piccola era già in condizioni disperate e non è stato possibile salvarla, nonostante sia stata tenuta artificialmente in vita per cinque lunghi giorni.

La testimonianza della sorella maggiore e l'arresto

Venne dunque aperta un'inchiesta, la madre venne ascoltata e dichiarò agli investigatori che la piccola avrebbe preso un pacchetto di sale che la sorella più grande, di 4 anni, le aveva lasciato a disposizione.

Ma è stato grazie alla testimonianza di quest'ultima bambina che la verità è saltata fuori. La sorella maggiore ha infatti detto alla polizia di aver visto la mamma che dava il sale alla piccolina. Messa praticamente sotto torchio, Kimberley ha raccontato la verità, sostenendo di aver fatto tutto questo per attirare l'attenzione del marito.

La vicenda si è dunque conclusa in questi ultimi giorni ed è stata riportata dalla stampa internazionale, dal Sun tra gli altri. La madre è stata condannata a 30 anni di reclusione per il suo insano gesto omicida, mentre le altre due figlie, la citata sorella maggiore e la gemellina della piccola vittima, sono state date in affido.

Follia omicida da parte dei genitori

Purtroppo la Cronaca Nera è densa di episodi di questo tipo che scattano in ambienti familiari e portano al crimine peggiore che possa esistere al mondo: l'uccisione di un figlio da parte del genitore. Proprio recentemente, sempre negli Stati Uniti, si è arrivati alla condanna di un'altra giovane madre per un'assurda tragedia: la donna, due anni fa, ha ucciso il proprio figlio perché aveva urinato sulle lenzuola del lettino. Un problema fisiologico naturale per un bambino di soli due anni, ma per la giovane sarebbe stata una provocazione nei suoi confronti, tale da farle perdere le staffe, prendere una cinghia e picchiare il bambino fino a lasciarlo privo di vita. Il Tribunale l'ha condannata a 40 anni di carcere.