Per Fausto Brizzi è la fine di un incubo. La procura di Roma ha infatti chiesto l’archiviazione per il regista romano relativamente ai tre casi di violenza carnale denunciati a suo carico.

Si tratta di tre differenti episodi risalenti al 2014, 2015 e 2017 raccontati da tre diverse aspiranti attrici che avevano parlato di molestie durante gli incontri di lavoro ed i provini nello studio dell’autore di “Notte prima degli esami”. Secondo i magistrati romani non è necessario proseguire con le indagini perché “il fatto non sussiste”.

Uno scandalo che era esploso lo scorso novembre quando la trasmissione “Le Iene” aveva mandato in onda le testimonianze di diverse ragazze che parlavano dei comportamenti molesti di “un noto regista romano quarantenne”, successivamente identificato in Brizzi.

Per i magistrati ‘il fatto non sussiste’

Spetterà adesso al Giudice per le indagini preliminari richiedere un supplemento di indagini oppure archiviare definitivamente il caso. I pm Francesca Passaniti e Pantaleo Polifemo, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, si sono soffermati in particolare sull'episodio più recente visto che in due casi le denunce sono arrivate dopo il termine dei sei mesi previsti dalla legge.

Secondo i magistrati l’episodio incriminato sarebbe stato frutto di un equivoco e nulla più. Il regista, al termine di un colloquio di lavoro, secondo il racconto della vittima si sarebbe spogliato ed avrebbe tentato un approccio. Ma poche ore dopo i due avrebbero scherzato su Whatsapp, con la giovane che si lamentava perché mancava la dedica sul libro regalatole da Brizzi quella sera.

La bufera mediatica dopo i servizi alle ‘Iene’

Dunque i comportamenti del regista, che è stato interrogato dal pool di magistrati che si occupa di reati sessuali, non sarebbero perseguibili. Eppure, nei mesi scorsi, il suo nome è stato al centro delle polemiche per le segnalazioni delle aspiranti attrici e per l'accostamento con il caso Weinstein.

Una tempesta mediatica si era abbattuta sul regista romano dopo i servizi delle “Iene” curati da Dino Giarrusso (in seguito candidatosi alle elezioni politiche con il Movimento Cinque Stelle, senza essere eletto) nel corso dei quali diverse ragazze – tra cui molte a volto coperto – raccontavano dei comportamenti predatori di Brizzi.

La casa di distribuzione Warner era arrivata a cancellare il nome di Brizzi dalla locandina dell’ultimo suo film “Poveri ma ricchissimi”, uscito a Natale 2017, e a sciogliere il contratto che la legava al registra.

A sostegno di Brizzi si erano schierati Cristiana Capotondi, Nancy Brilli e Neri Parenti mentre la moglie Claudia Zanella aveva scritto una lettera aperta sostenendo che le accuse dipingevano una persona molto diversa dall’uomo che aveva sposato nel 2014.

Tra chi ha da subito creduto nell’innocenza del regista c’è Luca Barbareschi che l’ha messo sotto contratto con la sua casa di produzione. Da rilevare che in questi giorni è in preparazione “Modalità aereo”, un film con Paolo Ruffini e Lillo che segnerà il ritorno al Cinema di Brizzi dopo la bufera.