Come spesso accade quando si ha a che fare con un mistero, la svolta è arrivata per pura casualità. A porre fine a uno dei più grandi enigmi della storia dell'alpinismo moderno, un caso di scomparsa che si trascinava irrisolto da oltre trent'anni, sono stati proprio degli scalatori di ritorno da un'impresa sportiva.
Forse non l'avevano mai conosciuta da viva, i colleghi che hanno ritrovato il corpo intatto dell'alpinista russa Elena Basykina che all'epoca dei fatti aveva 36 anni. Di lei si erano perse le tracce in un giorno dell'aprile del 1987 mentre faceva una scalata su un ghiacciaio del Caucaso russo con un gruppo di cinque amici con cui condivideva la passione per la montagna.
Ora restano da trovare i corpi degli altri componenti della spedizione.
Elena Basykina, la scomparsa
Elena Basykina interessò le cronache russe nella primavera del 1987 per la sua misteriosa scomparsa mentre con altri cinque compagni di scalata del 'Club dei turisti di Lenin', tutti dispersi, stava facendo un'escursione diretta alla vetta del monte Elbrus, il più alto della Russia, conosciuto anche come 'il tetto d'Europa' con oltre 5600 metri d'altezza.
Della spedizione si persero completamente le tracce e vane furono le lunghe e ripetute ricerche nell'allora Unione Sovietica quando a Mosca c'era Mikhail Gorbachev. Si ipotizzò che fossero stati travolti da una slavina. Ma il fatto che della cordata non fosse mai stata trovata il benché minimo resto, aveva fatto ipotizzare persino scenari terroristici: che i sei alpinisti potessero essere stati catturati da gruppi indipendentisti attivi in una zona 'calda' al confine con la Georgia.
Ma col passare degli anni, quell'ipotesi è diventata sempre più inconsistente: perché mai avrebbero dovuto farlo?
Il ritrovamento: 'Sembra una bambola di cera'
Il giallo si è trascinato fino all'altro giorno, quando alcuni alpinisti di ritorno da quella scalata dell'Elbrus che trent'anni fa gli scomparsi prima di loro avrebbero voluto fare, hanno scoperto i resti mummificati di Elena incastonati in un ghiacciaio a 4200 metri d'altezza e ciò conferma la tesi di un incidente di montagna.
Un video diffuso dalle autorità russe mostra una squadra di soccorso che lavora per liberare il corpo ancora vestito con una giacca invernale e una giacca da arrampicata, paragonato da chi l'ha scoperto a una bambola o a una statua di cera perché il ghiaccio l'ha conservato perfettamente integro.
Ad agevolare l'identificazione della donna, è stato il ritrovamento nei suoi abiti del passaporto, oltre a un biglietto aereo datato 10 aprile 1987 della compagnia Aeroflot per una destinazione da Mosca alla località di montagna Mineralnye Vody.
Ed ora chissà se si riuscirà a ritrovare i suoi compagni di scalata che, investiti come lei da una valanga, devono essere stati allo stesso modo conservati nel ghiaccio di quella maestosa montagna che ha custodito nella fissità e nel silenzio questo triste segreto, mentre la Russia cambiava completamente volto.
Elena Basykina, finalmente una degna sepoltura
La notizia del ritrovamento del corpo dell'alpinista che non era sposata e non aveva figli, ha dato finalmente sollievo ai parenti che in questi 30 anni hanno pensato di tutto, persino che potesse essere stata rapita o tenuta prigioniera da chicchessia. Poi hanno atteso che qualcosa accadesse, infine col passare del tempo hanno sofferto sempre più la totale mancanza di notizie.
Evgeny, cugino della scomparsa, ha raccontato ai media russi che la mamma della giovane donna per il dolore di quella scomparsa si ammalò fino a lasciarsi morire. Ora perlomeno i congiunti possono dare alla loro cara una degna sepoltura nel cimitero di famiglia a Mosca dove sarà portato.