Tutto è nato per una lite tra due detenuti, nel carcere di Busto Arsizio, in provincia di Varese. Alcuni agenti sono intervenuti per placare la rissa ma tutto è degenerato in pochi minuti. Altri detenuti hanno incominciato a lanciare oggetti e bombolette contro gli agenti penitenziari. È stato dato fuoco ad un materasso. Fortunatamente le fiamme sono state spente dalle forze dell'ordine prima che l'incendio potesse creare seri e gravi danni alla struttura e alle persone.

È stato il segretario regionale del sindacato Sappe, Alfonso Greco, a confermare la notizia e a dichiarare che ci sarebbero otto agenti della Polizia Penitenziaria in ospedale per le ferite riportate nel tentativo di sedare la rissa e il principio di incendio.

Sempre secondo Greco, le condizioni in cui sono costretti a lavorare all'interno delle carceri stanno peggiorando di anno in anno, e per questo motivo il giorno 2 ottobre prossimo sarà organizzata a San Vittore una manifestazione della Penitenziaria per chiedere maggiore sicurezza e garanzia sul luogo di lavoro.

Le parole del direttore del carcere di Busto Arsizio

Il Direttore del carcere di Busto Arsizio, al momento della rissa si trovava nel carcere di San Vittore per discutere e firmare un protocollo e assistere ad una importante conferenza che riguardava il reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro. Presente anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Come prima cosa, Orazio Sorrentini si è complimentato per il lavoro degli agenti che sono riusciti a ripristinare l'ordine e a gestire molto bene una situazione critica che poteva trasformarsi in tragedia.

Uno degli agenti dovrà essere operato ad una mano dove ha subito una frattura multipla. Il direttore ha parlato del problema della mancanza di educatori per cercare di dare prospettive concrete ai carcerati, perché solo così si potrà arginare l'indole violenta dei detenuti e stimolarli verso valori e apprendimenti onesti.

Interviene anche il ministro della Giustizia

Molto dure, invece, le parole del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Anche lui ha appreso la notizia dal carcere di San Vittore, dove si stava trattando il tema del lavoro per i detenuti. Il ministro ha dichiarato ai microfoni di La Repubblica: "l'unico percorso rieducativo serio ed efficace è quello tramite il lavoro.

I Governi erano abituati ad un certo punto ad aprire le carceri e a far uscire con vari provvedimenti e indulti per svuotarle. Questo aveva il solo effetto di sottrarre l'Italia alla sanzione europea. Quello che io voglio fare è pensare al sovraffollamento ma in maniera strutturale, creare un percorso al seguito del quale il detenuto che esce non rientra in carcere. Questo per il bene di tutti: dei detenuti, della polizia penitenziaria e della società".