Un altro episodio di razzismo in Italia, di cui ha parlato nelle ultime ore, su Facebook, la dottoressa Maria Cristina Deidda. Diversi pazienti erano in attesa della terapia per le cure palliative in un ambulatorio di Cagliari, ma si è scatenato il putiferio quando la dottoressa Deidda si è spostata per prestare assistenza a un paziente originario del Senegal. Quattro accompagnatori dei pazienti, secondo il medico, hanno iniziato a lamentarsi del ritardo "per colpa di un negro". La Deidda ha voluto raccontare la vicenda sul popolare social non solo per rimarcare l'ennesimo episodio di razzismo in Italia, ma anche per chiedere scusa per conto di quelle persone poco tolleranti che hanno offeso il senegalese.

I pazienti sono trattati e supportati con amore

Maria Cristina Deidda, medico specialista in oncologia e cure palliative presso l'Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, ha scritto di vergognarsi moltissimo per le parole di stampo razzista proferite dalle persone che accompagnavano i suoi pazienti, ricordando che tutti "sono amorevolmente trattati e supportati". La dottoressa ha spiegato che, prima dell'episodio, era al corrente di atteggiamenti discriminatori e razzisti in Italia, sperando però che nell'ambulatorio, proprio per la delicatezza delle malattie trattate, "l'animo umano fosse più compassionevole verso l'altrui persona". In tale ambulatorio, infatti, vengono trattati malati terminali o pazienti oncologici che provano molto dolore.

Lieta dell'estrema sensibilità dei suoi collaboratori

Gli accompagnatori dei pazienti hanno manifestato la loro intolleranza verso il senegalese, come se quella persona non dovesse essere curata come i loro cari. Tale comportamento ha lasciato di stucco la dottoressa specializzata in terapia del dolore, che ha usato Facebook per sfogarsi e scusarsi a nome di quelle persone.

La Deidda ha anche rammentato nel post, poi occultato o eliminato, che tanti anni fa ha giurato di assistere proprio tutti, senza distinzione di sesso, razza, ideologia politica e religione. Se, da un lato, la dottoressa è rammaricata per quanto accaduto nell'ambulatorio sardo, dall'altro è lieta di sapere che le persone che con cui lavora hanno la sua medesima sensibilità, poiché hanno rapidamente denunciato il comportamento degli accompagnatori, garantendo la serenità. Non è la prima volta che in Sardegna accade un episodio del genere: lo scorso 10 settembre 2018 un ragazzo guineano è stato aggredito barbaramente, a Sassari, da cinque giovani.