Secondo alcune profezie apocalittiche, armi senza soldati e killer automatici scateneranno la terza guerra mondiale. Uno scenario da 'Terminator' che diventerà realtà. Può darsi si tratti di previsioni sbagliate, intanto però il cammino per fermare i 'robot killer' e vincolarli al controllo umano, è intralciato da pochi Stati che però sono grandi potenze militari mondiali quali Usa, Russia e Israele. Paesi che portano avanti una politica difensiva e un'industria bellica all'insegna della sempre maggiore autonomia degli armamenti. L'ultimo summit a cui hanno partecipato 88 Paesi si è tenuto qualche giorno fa a Ginevra per mettere al bando i robot killer, ma non ha avuto i risultati sperati.

'Stop Killer Robots', c'è chi dice no: accordo fallito

Promossa dalla Ong 'Stop Killer Robots' che dal 2013 raccoglie 76 organizzazioni di 32 diversi Paesi, la moratoria sulle armi autonome è frenata da alcuni 'big' della terra. Si chiamano armi autonome letali perché non hanno bisogno dell'intervento umano: grazie al controllo da parte di intelligenze artificiali, in uno scenario di guerra saprebbero selezionare e colpire il nemico, condannare a morte un bersaglio sensibile. In parte già accade ad esempio con il crescente utilizzo di droni da parte del Pentagono per bombardare o fare eliminazioni mirate. L'ultima riunione si è svolta la scorsa settimana a Ginevra: doveva essere quella decisiva per bandire i robot killer come sono state bandite le armi chimiche o l'atomica con un trattato vincolante per i Paesi firmatari.

E invece, se da una parte è salito a 26 il numero di stati mondiali favorevoli al bando, certi che l'adozione di queste armi sia un rischio per la sicurezza globale, dall'altra, alcuni big mondiali 'remano contro'. Francia, Israele, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, Cina e Corea del Sud hanno temporeggiato sostenendo di voler soppesare vantaggi e benefici, forse perché sono i Paesi che stanno investendo molto su armamenti con grado decrescente di controllo umano.

Ora si attende il prossimo summit della Ccw, la Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali, previsto a novembre.

Armi 'pensanti', scenari futuribili

A contrastare le armi 'pensanti', non è solo una parte della società civile mondiale che ha aderito alla campagna 'Stop Killer Robots', ma anche il mondo scientifico, tramite l’'International commettee for robots arms control' che riunisce scienziati specializzati in Intelligenza Artificiale.

Inoltre, nel 2017, 100 manager di alcune delle aziende di robotica avanzata hanno sottoscritto una lettera aperta all'Onu per chiedere che sia impedito l'uso di questi robot negli eserciti. Ha fatto seguito una nuova lettera aperta in cui i firmatari sono diventati 2400. Si potrebbe arrivare a uno scenario in cui droni creati per uccidere, sfuggano al controllo di governi riuscendo ad autodeterminarsi facendo strage di umani con inarrestabile efficienza. "L'Onu si muove con la lentezza di un iceberg e interessi economici ostacolano ogni passo. Ma la campagna continua con un enorme sostegno della comunità scientifica. Dobbiamo riuscire perché le alternative sono troppo orribili", ha detto Noel Sharkey, professore emerito di intelligenza artificiale dell'università di Sheffield.

Intelligenza artificiale, appelli allarmati

Jack Ma, il padre di 'Alibaba', la più grande piattaforma di e-commerce del mondo, ritiene che machine learning e intelligenza artificiale rappresentino “la terza rivoluzione tecnologica” ma potrebbero causare una terza guerra mondiale. Lancia un appello affinché l'essere umano punti su una cosa che le macchine non avranno mai: la saggezza. Per l'amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, le macchine potrebbero diventare “un dittatore immortale” se gli si lascerà decidere sulla vita e la morte.