L'ameba ‘mangia-cervello’ è un particolare parassita il cui nome scientifico è Naegleria fowleri e che può essere presente nelle acque dei fiumi, dei laghi e in generale nelle acque dolci stagnanti o delle piscine non idoneamente controllate. Il suo effetto è devastante, risultando statisticamente mortale nel 98 percento dei casi. L’ameba killer, in questo caso, si è rivelata letale per un giovane surfista, Fabrizio Stabile, che avrebbe contratto il parassita in una piscina di un parco acquatico nel Texas.
La piscina come possibile causa di infezione per il giovane surfista
La morte del 29enne sarebbe sopraggiunta al suo rientro dopo una breve vacanza in Texas, durante la quale si era tuffato nella piscina di un parco acquatico, famoso ritrovo degli appassionati di surf. Al suo ritorno a casa avrebbe incominciato ad accusare forti dolori alla testa accompagnati da una serie di sintomi che avrebbero, repentinamente, fatto precipitare il suo quadro clinico. Portato d'urgenza in ospedale, è stato curato in un primo momento per meningite batterica, ma il paziente non ha risposto ai farmaci somministrati per questo tipo di infezione e le sue condizioni sono precipitate velocemente. In un secondo momento le analisi approfondite condotte sul paziente per verificare di quale infezione da batterio o virus si trattasse hanno fatto emergere la giusta diagnosi: dalle analisi, infatti, il ragazzo è risultato positivo al Naegleria fowleri, un parassita capace di uccidere quasi nella totalità dei casi.
Per il ragazzo, purtroppo, non c’è stato scampo e ha perso la vita in pochi giorni. Nel North Carolina, qualche anno fa, la stessa infezione aveva causato la morte una ragazza con dinamiche di contagio molto simili a quest’ultimo caso.
Come si contrae l'infezione
L’infezione causata dal parassita Naegleria fowleri provoca una grave infiammazione al sistema nervoso centrale, acuta e fulminante, caratterizzata da una evoluzione rapida e, in molti dei casi, fatale.
Si tratta della meningoencefalite amebica primaria, un particolare tipo di infezione che si contrae attraverso l’ingestione di acqua contaminata dal pericoloso parassita. Il piccolissimo microrganismo non è normalmente presente nelle acque salate, ma in quelle dolci dei laghi e dei fiumi soprattutto stagnanti o anche nelle acque delle piscine con filtri e controlli di manutenzioni non appropriati.
Secondo gli esperti epidemiologi, buona norma per i nuotatori e i subacquei, per cercare di prevenire l'infezione, sarebbe quella di impedire l'ingresso di acqua dal naso o evitare di immergere la testa durante i bagni nelle sorgenti di acque calde.