E' talmente devastante e ad effetto letale da essere definita comunemente 'mangiacervello'. Ha stroncato in pochi giorni Fabrizio Stabile, un ragazzo di appena 29 anni, l'ameba Naegleria fowleri che lo ha colpito dopo aver fatto una nuotata in una piscina, uccidendolo in pochi giorni. La tremenda storia sta facendo il giro del mondo, pubblicata dal New York Times.

In piscina colpito dall'ameba mangia-cervello

Lo scorso 16 settembre, il surfista Fabrizio Stabile, che a dispetto del nome italiano era un cittadino americano del New Jersey, in occasione di una breve vacanza, aveva nuotato nella piscina di un parco acquatico, il 'Cable Park and Surf Resort' a Waco, nel Texas, dove anche gli appassionati di surf si allenano grazie alle onde artificiali.

Ma dopo quella gita, gli è rimasta solo una manciata di giorni da vivere.

Al ritorno a casa, mentre tagliava il prato ha iniziato ad accusare un fortissimo mal di testa. Ha preso degli analgesici ed è andato a dormire. Ma l'indomani la situazione era precipitata. Non riusciva ad alzarsi dal letto e neanche a parlare: pronunciava frasi sconnesse.

Sua madre ha chiamato il numero delle emergenze ed è stato portato d'urgenza all'ospedale con sintomi quali febbre alta e gonfiore del cervello. Inizialmente i medici l'hanno curato per una meningite batterica. Quando i sanitari, dopo avergli fatti numerosi test per accertare la presenza di batteri e virus dal momento che non rispondeva alle cure, sono riusciti finalmente a fare la diagnosi giusta scoprendo che era positivo al Naegleria fowleri, l'ameba killer che uccide nel 98% dei casi, non c'era più nulla da fare.

Il 21 settembre, a distanza di cinque giorni dal malore che l'aveva colpito, il ragazzo è morto. E' il primo caso negli Usa di un'infezione del genere dal 2016 quando una ragazza di 18 anni è morta dopo aver contratto la stessa infezione al 'Whitewater Center', un parco acquatico nel North Carolina.

Intanto il 'Cable Park and Surf Resort' in cui finora non sono mai stati segnalati altri casi, è stato chiuso: epidemiologi hanno prelevato campioni d'acqua per verificare la presenza del parassita.

Le risposte sono attese entro la settimana prossima.

Ameba mangia-cervello, il parassita killer che vive in acqua dolce

'Naegleria fowleri' è un batterio 'assassino': pur misurando solo 20 millesimi di millimetro, provoca la meningoencefalite amebica primaria, infezione acuta, fulminate e rapidamente fatale che colpisce il sistema nervoso centrale.

La diagnosi della malattia in genere tardiva, contribuisce alla sua elevata mortalità. Solo pochi individui sopravvivono alla rara infezione che si contrae tramite esposizione all'acqua contaminata dall'ameba. Il microrganismo non si trova mai in acqua salata, ma in acque dolci di laghi, fiumi o sorgenti, preferibilmente calde o stagnanti, o in piscina se i filtri non siano ben puliti.

Ha questo terribile soprannome perché, una volta aspirata dal naso, entra nel corpo di una persona e arriva al cervello, se ne nutre distruggendo i tessuti e provocando in tempi rapidissimi lesioni talmente gravi che portano alla morte. I sintomi che possono manifestarsi entro una settimana, sono febbre, nausea, cefalea.

Secondo il 'Center for Disease Control and Prevention', da quando 56 anni fa il parassita è stato per la prima volta individuato, sono stati 'solo' 143 i casi diagnosticati tra il 1962 e il 2017. Ma solo cinque sono i sopravvissuti. Non esistono vaccini. Per prevenire l'infezione, secondo gli epidemiologi, nuotatori o subacquei in immersione in acque dolci dovrebbero usare pinze per impedire l'ingresso di acqua dal naso, o evitare di mettere la testa sott'acqua facendo il bagno nelle sorgenti calde.