Gli studenti sono riuniti nell'aula mensa insieme agli insegnanti, il personale scolastico è presente come da orario previsto, le lezioni sospese per la pausa e nulla potrebbe far presagire quanto avvenuto poco dopo, in una tranquilla mattina di ottobre a Kerch in Crimea, presso il Politecnico.

Il piano in due fasi

L'autore del gesto che costerà la vita a 18 persone, con il ferimento di altre 50, è uno studente come tanti - Vladislav Rosljakov – al quarto anno di studi, che nella mattinata di ieri, ha fatto irruzione nella scuola dove era iscritto e ha compiuto una strage.

Armato di un fucile da caccia, la cui licenza era stata ottenuta solo qualche giorno prima, e di un ordigno, mette in atto un piano agghiacciante in due riprese: dapprima un'esplosione, filmata e finita in rete grazie ai video di alcuni studenti, poi i gesti rapidi che non lasciano scampo, i colpi di fucile scaricati sui presenti.

Sempre con il fucile in mano e la mira diretta, Vladislav continua a sparare dalla mensa alla classe, per finire nella biblioteca dove verrà ritrovato il suo corpo privo di vita. Mentre il vice premier della Crimea, Igor Mikhailichenko, fa sapere che le ragioni del gesto sono ancora da chiarire, le testimonianze si susseguono così come le ipotesi: dapprima si pensa a una fuga di gas, poi a un ordigno fatto esplodere per fini terroristici, alcuni parlano di attentato vero e proprio, versione smentita nelle ore successive al gesto.

Sulle testate locali si legge che chi lo conosceva parla di una situazione di disagio del giovane, caratterizzata da una grave ostilità nei confronti della scuola e degli insegnanti, verso cui si dice nutrisse un forte bisogno di vendetta. Il giovane, prima del gesto, avrebbe cancellato gli account dei suoi profili social, e viene descritto da molti studenti come un ragazzo particolarmente introverso.

Per fronteggiare la situazione e le sue ripercussioni, l'esercito ha mandato sul territorio circa 200 militari e sono stati indetti tre giorni di lutto per l'accaduto. Con il passare delle ore, hanno iniziato a farsi strada le polemiche sul perché di una tale facilità nel concedere il porto d'armi a un ragazzo così giovane, interrogativi espressi dal Comitato della Crimea per i diritti del bambino. Il premier russo Vladimir Putin ha espresso le sue condoglianze e la sua vicinanza ai famigliari delle vittime, anticipando che i risultati delle indagini verranno resi pubblici.