Il racconto del rumore, degli spari, dei momenti di terrore, nei video, nelle decine di sms inviati da altrettanti adolescenti ai genitori che, nel panico, attendono notizie e sperano di recuperare i figli, mentre all'interno della loro scuola in Florida si consumava l'ennesima tragedia, la diciottesima sparatoria dall'inizio del 2018. Stavolta le vittime al liceo Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland in Florida sono state 17, 15 i feriti, ma il bilancio potrebbe diventare più pesante e l'America ancora una volta è sotto shock.

Ad aprire il fuoco in un delirio omicida durato almeno un ora è stato Nikolas Cruz, 19 anni, un ex allievo della scuola espulso l'anno scorso, perché segnalato come individuo pericoloso.

Dopo la strage riesce a fuggire, mescolandosi agli studenti: la polizia lo arresta due ore dopo poco lontano nella cittadina di Coral Springs. Sul suo profilo Instagram immagini e frasi inquietanti anche contro i musulmani, in quasi tutte le foto indossa una maglia nera che gli copre il viso. Postava solo notizie sulle armi, "È malato", racconta un suo ex compagno "e a scuola veniva sempre armato".

La sparatoria

Nicolas Cruz si è presentato a scuola imbracciando un fucile semi-automatico e indossando una maschera anti gas. Aveva pianificato tutto in modo diabolico, facendo scattare l'allarme antincendio; dopo di ciò, gli studenti si sono precipitati in cortile. In seguito è cominciata a carneficina.

Il ragazzo ha sparato a ripetizione, colpendo nel mucchio. Arrivate le squadre speciali, gli studenti sono stati fatti uscire a piccoli gruppi con le mani alzate, tra loro anche l'assassino, ma la sua fuga è durata poco.

Armi sì, armi no

Mentre negli Stati uniti per l'ennesima volta si riapre il dibattito fra chi chiede norme che regolino la vendita delle armi e chi invece pensa che le stragi siano solo opera di psicopatici e che i divieti non servano a nulla, ci sono un'infinità di puntini rossi sulla cartina degli Stati Uniti.

Sparatorie con centinaia di morti per armi da fuoco ogni anno e la tragedia nella tragedia è che spesso ad essere colpiti sono bambini o ragazzi dentro scuole e università, luoghi che dovrebbero essere sicuri e invece sono stati violati già 19 volte nel 2018. Senza considerare le stragi evitate: ieri, mentre si consumava quella in Florida, un altro studente pianificava un massacro vicino a Seattle nello stato di Washington, sventato dalla denuncia della nonna.

Stragi nella storia

Diversi gli episodi che hanno segnato la storia americana, una ferita sempre aperta è quella della scuola elementare Sandy Hook nel 2012. Qui il ventenne Adam Lanza uccise 20 bambini e 6 adulti a Newtown in Connecticut dopo aver ammazzato sua madre, poi compiuto il massacro si sparò.

Stesso destino per Seung-hui cho nel 2007 che rivolse a sé l'arma dopo aver ucciso 31 persone nel campus universitario della Virginia Polytechnic a Blacksburg. Ma il simbolo delle stragi giovanili è stato a lungo il liceo di Columbine dove nel '99 due diciottenni aprirono il fuoco e uccisero 11 studenti e un insegnante prima di togliersi la vita.

Il problema però non riguarda solo gli adolescenti: 10 mila le vittime ogni anno negli USA, 2017 compreso.

Il caso più eclatante è quello che ha visto cadere 59 persone a Las Vegas sotto i colpi di Stephen Paddock, che a ottobre sparò sulla folla dal 32esimo piano del Mandalay Bay di Las Vegas, una delle ultime follie armata dal secondo emendamento della costituzione americana, difeso dalla potente lobby dell'industria delle armi che consente con una certa facilità di possedere pistole e fucili, troppe secondo gli oppositori di Trump accusato adesso di aver tagliato del 16% il sistema che controlla chi non ha i requisiti per l'acquisto, malati di mente, criminali o chi potrebbe compiere l'ennesima strage nell'America che non rinuncia alle armi.