Non c'è soltanto l'Iran tra le storiche questioni internazionali risvegliate dall'amministrazione Trump. Un vecchio nemico degli Stati Uniti con il quale proprio l'attuale presidente USA ha stipulato un accordo formale, sta iniziando a manifestare la propria insofferenza, in quanto la Casa Bianca non rispetterebbe l'accordo citato. Si tratta della Corea del Nord, la cui politica di distensione nei confronti del vicino Sud e di Washington è evidente e tangibile da qualche mese, dopo ben due vertici intercoreani e, soprattutto, dopo il bilaterale di Singapore con gli Stati Uniti.

Ma sebbene Pyongyang stia sciogliendo alcuni nodi contestati da Washington e, dunque, non ha più effettuato test missilistici ed avrebbe frenato anche il programma di sviluppo nucleare, le sanzioni restano in atto. Kim Jong-un, pertanto, pretende che anche il suo omologo americano dia segnali positivi in tal senso.

'Washington non rispetta gli impegni'

Il tutto parte dal direttore dell'istituto nordcoreano per gli Studi americani, Kwon Jong-gun, che fa capo al ministero degli Esteri di Pyongyang. Il suo commento scritto viene rilanciato dall'agenzia di stampa Kcna, principale megafono del regime che governa il piccolo Stato comunista. In buona sostanza la Corea del Nord minaccia di far ripartire lo sviluppo del programma nucleare in parallelo a quello economico del Paese, il cosiddetto 'byungjin', a meno che Washington non tolga le sanzioni economiche nei confronti di Pyongyang rispondendo così positivamente agli impegni nordcoreani verso la denuclearizzazione del proprio arsenale.

"L'amministrazione Trump non rispetta gli impegni presi con il leader Kim Jong-un nel summit dello scorso giugno a Singapore e continua a mantenere ferme le sanzioni", questo il commento di Kwon.

A giorni l'incontro tra Mike Pompeo ed i funzionari nordcoreani

Ci sarà tempo e modo di parlarne, tra pochi giorni infatti il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, incontrerà a New York i funzionari nordcoreani.

La posizione di Pyongyang espressa da Kwon che riflette certamente (e non potrebbe essere altrimenti) il parere di Kim Jong-un sulla questione, è abbastanza dura ed i toni sono tornati ad essere minacciosi. "Il cambio di linea potrebbe essere seriamente considerato e la parola byungjin potrebbe nuovamente comparire. Tutto questo se gli Stati Uniti mantengono il loro atteggiamento arrogante senza mostrare alcun cambio di posizione. Loro pensano che sanzioni e pressioni portino alla denuclearizzazione e, sinceramente, un'idea così insensata ci fa solo ridere. Le sanzioni non sono compatibili al miglioramento delle relazioni".