Giusy Pepi dormiva nei vagoni dei treni, vivendo di stenti e andando alla Caritas per mangiare. E' quanto emerge dall'interrogatorio a cui è stata sottoposta la donna con cinque figli da parte del sostituto procuratore Giulia Bisello. Lo riferisce del capo della squadra mobile di Ragusa, Antonino Ciavola, che aggiunge altri dettagli. La donna scappava da una situazione familiare e coniugale divenuta totalmente ingestibile. Secondo parenti e conoscenti, la donna viveva in uno stato completo di sudditanza rispetto al marito Davide Avola.
Giusy dormiva nei treni e mangiava alla Caritas
Nelle ore successive al ritrovamento di Giusy Pepi, la mamma con cinque figli che era scomparsa dalla sua casa di Vittoria (in provincia di Ragusa) il 15 ottobre 2018, emergono altri dettagli che sono stati rivelati dalla donna, ascoltata per oltre quattro ore dal sostituto procuratore Giulia Bisello, e resi noti dal capo della squadra mobile di Ragusa Antonino Ciavola. Giusy in tutte queste settimane lontana da casa ha dormito nei vagoni dei treni fermi ed ha mangiato alla mensa dei poveri della Caritas. Insomma, la donna andava avanti di stenti pur di stare a debita distanza dalla casa che condivideva con il marito. Per arrivare ad una decisione così drastica e ridursi in quelle condizioni, la situazione a casa doveva essere diventata completamente insostenibile.
Infatti, secondo le testimonianze dei conoscenti, la donna era completamente soggiogata dal marito, che era arrivato a non farla uscire di casa e toglierle il telefono cellulare, affermando inoltre di averglielo sottratto per volontà di lei. L'uomo ora tiene le distanze da tali affermazioni, ma ogni evento ed ogni testimonianza puntano il dito contro di lui.
Probabilmente è stato proprio l'atteggiamento dispotico del marito che ha spinto la donna ad una fuga così estrema e distante dai propri figli.
Si scopre di una denuncia del marito ai danni di Giusy
Nel frattempo, si è venuti a conoscenza di una denuncia da parte del marito nei suoi confronti per abbandono di minore, in merito alla scomparsa.
Ma probabilmente la donna non aveva tutti i torti. Secondo al racconto della stessa, nei giorni della scomparsa avrebbe dovuto fare richiesta per un certificato che attestasse un ritardo mentale da parte della donna. "Giusy viveva dunque in una vera e propria situazione pericolosa, che giustifica la sua fuga" ha detto Ciavola.