La polizia municipale questa mattina ha effettuato un sequestro presso aree del Comune di Mariglianella che risultano essere di proprietà anche del padre del Vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Le aree poste sotto sequestro contenevano rifiuti inerti. Inoltre, all'interno dell'area sequestrata sarebbero stati rinvenuti piccoli manufatti realizzati senza permessi. Al seguito della polizia municipale c'erano anche alcuni giornalisti che sono stati invitati ad andarsene dalle persone presenti sul posto. La polizia municipale avrebbe accertato che i manufatti eretti abusivamente sarebbero delle pertinenze di una vecchia masseria, di proprietà di Antonio Di Maio.
Nello specifico si tratterebbe di box con il tetto di lamiere.
Le dichiarazioni di Luigi Di Maio
Appena venuto a conoscenza dell'accaduto, il Vicepremier Luigi Di Maio ha ostentato tranquillità e sicurezza. Infatti, a suo modo di vedere, gli agenti avrebbero sequestrato solo "secchi e calcinacci". Parlando da Bruxelles, Di Maio ha precisato che i terreni sequestrati, oltre che al padre Antonio, appartengono alla sorella che, attualmente, risiede al Nord. Luigi Di Maio ha confermato che, da quanto di sua conoscenza, si starebbe procedendo ad effettuare gli accertamenti di rito sugli edifici posti sotto sequestro. Da parte sua, dichiara, continua a lavorare imperterrito per tutti gli italiani. Inoltre si dice sicuro che quanto accade in questi giorni non ha alcuna finalità politica (in pratica colpire lui attraverso le vicende del padre).
La solidarietà di Matteo Salvini
L'altro Vicepremier, Matteo Salvini, ha espresso solidarietà all'alleato di Governo. Parlando a "Porta a Porta" ha affermato che nei confronti di Luigi Di Maio sarebbe in atto un linciaggio mediatico vero e proprio. Ma ha fatto anche un pò di autocritica quando ha detto che "mamma, papà, fidanzata (la sfera privata insomma) devono rimanere fuori dalla politica, forse anche noi abbiamo sbagliato su questo in passato".
Marcucci (Pd): 'Di Maio riferisca in aula'
Chi non è affatto tenero con Luigi Di Maio è il Pd che, attraverso il capogruppo al Senato Andrea Marcucci, sollecita il Vicepremier a riferire in Aula perché vi sarebbero "troppe cose poco chiare e vere e proprie ambiguità". Marcucci ricorda, infatti, che l'attuale ministro del lavoro e leader del M5S è ancora socio al 50% nell'impresa familiare e da ministro della Repubblica italiana non può permettersi, secondo il Presidente dei Senatori Pd, di essere "confuso, contraddittore e smemorato". Soprattutto sul tema del lavoro nero che, in quanto ministro del Lavoro, lo riguarda direttamente.