Secondo Walter Ricciardi i casi di morbillo a Bari si potevano evitare col certificato vaccinale per iscriversi a Scuola, come si faceva fino al 1999, e obbligando il personale sanitario a vaccinarsi. Le dichiarazioni del Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità rispetto ai fatti di Bari non si sono fatte attendere. Secondo Ricciardi la situazione è “allarmante” e non ci sarebbe proprio nulla sotto controllo”.

Le dichiarazioni, rilasciate a margine di un evento indirizzato alle blockchain in Sanità, accendono i toni della polemica.

L'abolizione dell'obbligatorietà nel 1999

Secondo il Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, già altre volte colto al centro dell'aspro dibattito fra quanti siano favorevoli all'introduzione di vaccinazioni obbligatorie e di massa e quanti, invece, nutrano dubbi sulla loro efficacia o persino sulla loro innocuità (vedasi caso Codacons/Ricciardi), la causa degli episodi come quelli di Bari sarebbe l'abolizione dell'obbligo di presentazione del certificato vaccinale per gli alunni delle scuole dell'obbligo, sancita in Italia a partire dal 1999.

Ricciardi sostiene che questo avrebbe creato una “bomba microbiologica” dal momento che tutti coloro che non si sono vaccinati all'epoca, oggi sono adulti e “sarebbero decine di migliaia, vivono e si muovono”, evocando scenari Carpenteriani che forse meglio si adattano al recente allarme sulla antibiotico-resistenza. Ricciardi, tuttavia, pare non prendere in considerazione che tra le vaccinazioni obbligatorie a quell'epoca non figurava l'antimorbillosa (che era facoltativa), poi inserita diciotto anni dopo fra le dodici (volute inizialmente, poi dieci) obbligatorie del Decreto Lorenzin, tramutato in Legge nell'estate del 2017.

Obbligo anche per i sanitari, la persuasione non è bastata

I casi di contagio di morbillo a Bari – secondo il presidente dell'ISS – dovrebbero farci riflettere sull'importanza rappresentata dall'introduzione dell'obbligatorietà, così come in altre Nazioni, soprattutto nell'ottica di proteggere i più deboli.

Il presidente riferisce, infatti, di ben mille oncologici e più di diecimila immunocompromessi solo in Italia. "Pazienti ai quali – precisa – anche una comune malattia esantematica, endemica in Italia (come precisa invece l'Ordine Nazionale dei Biologi in un recente articolo), quale è il morbillo o, senza scomodare le malattie infantili, persino una sindrome influenzale potrebbe cagionare seri problemi". "Il morbillo – prosegue Ricciardi – sarebbe pericolosissimo proprio per l'alto tasso di contagiosità". Anche i sanitari dovrebbero dare il buon esempio: "Evidentemente - osserva il presidente - al personale sanitario le raccomandazioni non sono bastate. Soltanto un 15-20% di esso, malgrado l'incessante opera di persuasione, avrebbe deciso di vaccinarsi".

"Ergo - conclude Ricciardi - ci vuole l'obbligo". Ne avrebbe parlato anche con il Ministro Grillo, che si sarebbe detta favorevole a un'azione energica in tal senso. Nessun commento sarebbe stato fatto pare sulla mancata applicazione dei protocolli di quarantena.