L’ennesimo episodio di bullismo, ancora più grave perché avvenuto tra le mura di una Scuola, è stato denunciato nelle scorse ore dalla madre di un tredicenne della provincia di Padova. I fatti risalirebbero a venerdì scorso (23 novembre): il ragazzo, durante la ricreazione, si trovava nel bagno del suo istituto, quando improvvisamente il branco è entrato in azione. In 15 lo hanno spintonato fino a farlo cadere a terra. Quindi hanno preso a calci la loro vittima che cercava di ripararsi il volto e lo stomaco dalla furia dei compagni. Il giovane, dopo il pestaggio, si è rialzato ed è rientrato in classe senza dire nulla dell’accaduto ai docenti.
Nonostante il dolore è rimasto in silenzio anche dopo essere rientrato a casa, malgrado i genitori avessero subito intuito che ci fosse qualcosa di strano in lui.
Il silenzio dovuto alla vergogna e all'umiliazione
Il ragazzo ha continuato a tacere anche con loro, probabilmente per la vergogna dovuta all’umiliazione subita. Ma gli ematomi e le escoriazioni indicavano chiaramente che il piccolo di casa era stato picchiato da qualcuno.
Così il padre e la madre del giovane l’hanno ripetutamente invitato a parlare, finché, piangendo, non ha finalmente raccontato la brutta avventura. A quanto pare all’origine del gesto ci sarebbe stato uno stupido pretesto: il tredicenne avrebbe bagnato per terra mentre si lavava le mani.
Il ragazzino è stato subito accompagnato al pronto soccorso dove i medici gli hanno curato le ferite e stabilito una prognosi di dieci giorni per guarire dalle botte subite. “Fortunatamente non ha riportato nessuna frattura come temevamo, né sono stati lesionati gli organi interni” - ha spiegato la mamma del ragazzo.
Si teme per il ritorno a scuola del tredicenne
I genitori hanno deciso di avvisare anche i carabinieri di quanto accaduto nella scuola media del paese, situato nella zona termale nei pressi dei colli euganei. La vittima ha fatto il nome di alcuni dei suoi aggressori che conosceva bene. La famiglia ha chiesto alla preside dell’istituto un incontro: il timore si concentra su come il ragazzo, timido e riservato, potrà affrontare il rientro in classe.
Dai racconti della nonna del tredicenne emerge come questo non sia stato il primo episodio di bullismo contro il nipote, anche se sicuramente è stato il più grave. A quanto pare il ragazzo avrebbe fatto molta fatica a instaurare rapporti con i compagni di scuola. L’unico grande amico che si era fatto in questi anni, nell'occasione, gli avrebbe provocato una grande delusione. A quanto pare avrebbe assistito al pestaggio senza intervenire, né avvisare qualcuno che potesse prestare soccorso o fermare gli aggressori.
Resta da capire come mai nessuno degli insegnanti si sia reso conto dell'accaduto. Probabilmente, nelle prossime ore, sarà ridiscusso il sistema di sorveglianza attuato durante la ricreazione.