Sembrava una visita come tutte le altre: domenica mattina la madre 40enne di un bimbo di due anni, in cura presso il reparto di pediatria dell’ospedale di Padova, si è recata dal piccolo, come sua abitudine. Ma poi, di nascosto dal personale medico, ha preso con sé il figlio e l’ha portato via dalla struttura, scomparendo nel nulla. Il bambino era ricoverato da circa due mesi per un’intossicazione da cocaina, di cui ancora non sono state chiarite le cause. La donna, tossicodipendente, probabilmente temeva che i servizi sociali le togliessero il figlio: così ha deciso di far perdere le proprie tracce.
Quando i medici si sono accorti dell’assenza hanno subito avvisato la polizia che ha attivato le ricerche: probabilmente la 40enne si è rifugiata in casa di qualche amico o parente.
Una storia complicata dietro alla fuga della madre con il bimbo
Del caso si era già interessato il Tribunale dei minori di Venezia, che aveva assegnato il piccolo ad un curatore speciale, vista la sua difficile situazione familiare ed i gravi problemi di dipendenza dalla droga della madre, segnalati dai servizi sociali del paese dell’Alta Padovana in cui abitano i protagonisti di questa vicenda. Il bimbo era stato affidato ad una comunità; tuttavia la madre aveva il diritto di fargli visita spesso.
Ma evidentemente la donna temeva di essere definitivamente allontanata dalla sua creatura; così ha messo in atto il suo piano, sfruttando l’incredibile carenza di controlli e sorveglianza all’interno del reparto ospedaliero.
Ora dovrà rispondere del fatto di non aver osservato le disposizioni dell’autorità giudiziaria; inoltre, se continuerà a trattenere il figlio, rischia una ben più seria denuncia per sottrazione di minore.
I casi di Firenze e Salerno, molto simili a quello di Padova
Quello registrato domenica 25 novembre a Padova non è il primo caso verificatosi negli ultimi tempi di rapimento di un minore, ricoverato in ospedale, da parte della madre.
Un episodio simile era accaduto solo qualche giorno fa all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Una bimba di soli due mesi, in cura nel reparto di Neonatologia per via di un femore rotto, era stata presa di notte dalla mamma. Si trattava di una 30enne di nazionalità romena, sottoposta ad una misura di limitazione della potestà genitoriale, in seguito all’incidente accaduto alla figlia.
Qualche mese prima una donna di origine polacca aveva sottratto suo figlio, di pochi mesi, dalla Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Ruggi di Aragona a Salerno. Anche in quel caso la madre era preoccupata che le autorità le togliessero il piccolo, a causa dei suoi problemi con la legge avuti in passato, quando era stata arrestata per spaccio di sostanze stupefacenti, e per aver partorito in stato di ubriachezza.