Situazione paradossale a Roma, dove una cabina elettrica dell'Atac (azienda pubblica dei trasporti) si trova proprio nel bel mezzo di una baraccopoli, quella di via Luigi Candoni. Il campo rom è situato nel terreno appartenente all'Atac, nel quartiere Magliana. L'aspetto particolare di questa vicenda riguarda la chiave della cabina elettrica: ebbene sì, perchè a custodire la cabina c'è una signora che vive in un camper bianco, nella baraccopoli. La vicenda è balzata agli onori delle cronache grazie a un pezzo pubblicato da Roma Today, dopo il blackout avvenuto lo scorso 1 novembre 2018 alla rimessa Atac, rimasta priva di corrente per oltre un'ora.

Cabina chiusa con lucchetto

Il maltempo, nei giorni scorsi, ha causato disagi e danni a Roma. Dopo il blackout alla rimessa Atac, alcuni dipendenti dell'azienda pubblica dei trasporti hanno immediatamente chiamato il numero unico per le emergenze, visto che non riuscivano a ripristinare la corrente. In quel momento, è stata fatta la sconcertante scoperta: la centralina è ubicata nel campo nomadi di via Candoni, uno di quelli autorizzati dall'amministrazione capitolina. Per il ripristino della corrente elettrica si è reso necessario l'intervento di Acea e vigili del fuoco. La cabina elettrica era chiusa con un lucchetto non messo da Acea ma da estranei. L'episodio ha generato un vespaio di polemiche.

Tra le persone che hanno evidenziato con sdegno quanto accaduto ci sono Micaela Quintavalle (ex dipendente Atac), vari sindacalisti e Marco Palma, vice presidente del Consiglio dell'XI Municipio. Proprio Palma ha dichiarato che, già tre anni fa, la cabina elettrica si trovava in una 'terra di nessuno'.

Baraccopoli su un terreno dell'Atac

È paradossale che una baraccopoli, a Roma, si trovi nel bel mezzo di una zona appartenente all'Atac. C'è di più: la chiave del lucchetto della cabina elettrica era nelle mani di una donna che vive in un camper, una nomade. Senza di lei quel lucchetto non si può aprire. Marco Palma, che ha pubblicato la foto che ritrae un biglietto su cui è scritto il nome della signora, ha reso noto che quella cabina non può essere monopolizzata da una nomade perché 'riveste una oggettiva importanza strategica per l'Azienda di trasporto'.

Palma ha anche evidenziato che quel nome è scritto su un volantino apposto presso la portineria di Atac. Il Fatto ha voluto interpellare la donna che vive nel camper per avere lumi sulla vicenda. La signora ha detto che quella chiave gliel'hanno consegnata proprio i dipendenti dell'Atac.