A due giorni dall'imponente operazione di sgombero da parte della Polizia locale di Roma Capitale delle otto ville abusive del clan nel cosiddetto 'borghetto', un intervento di bonifica dell'area che sta impegnando 600 agenti, i Casamonica sono 'tornati': o meglio, hanno tentato di riprendere possesso delle loro case forzando l'area di sicurezza presidiata dalla Polizia locale, spintonando e aggredendo alcuni agenti.

Prima feroci proteste a voce; "Salvini e Raggi non ci hanno avvisato". Poi, da ieri, blocchi stradali a bordo di auto in corrispondenza di via del Quadraro e vie limitrofe, periferia sud est di Roma, mentre le ruspe entrate in azione dalla notte precedente lavorano alacremente.

Oggi pomeriggio, infine, l'aggressione.

Casamonica, momenti di tensione ma le ruspe non si fermano

Tensione questo pomeriggio dopo che una ventina di persone, tra cui anche donne, hanno forzato l'area di sicurezza allestita e controllata dagli agenti pretendendo di accendere dei fuochi, operazione, ovviamente, non consentita. Sono scattati insulti che si sono presto tramutati in spintoni e qualche agente è stato buttato a terra. Tre degli aggressori sono stati fermati e la loro posizione è al momento al vaglio delle autorità, mentre continuano i blocchi stradali.

Ma le ruspe non si fermano. Tra le prime ad essere buttata giù, è stata la casa di Guerino Casamonica, uno dei boss del clan sinti, in origine giostrai ed allevatori di cavalli che hanno preferito dedicarsi ad attività di alto profilo criminale quali spaccio di droga, usura, estorsioni.

Tra le ville abusive incastonate nell'antico acquedotto romano, quella del boss era così vicina alla linea ferroviaria che per demolirla è stato necessario interrompere il passaggio dei treni.

Intanto le operazioni di abbattimento, come annunciato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, riguarderanno anche un'altra roccaforte del clan, una villa alla Romanina, periferia sud della Capitale che lunedì sarà demolita.

Sul luogo bonificato sorgerà un parco pubblico.

In queste ore nel clan ci sono stati due arresti. Una donna ha trovato il coraggio di parlare denunciando una vita da schiava del clan, tra botte e abusi su lei e le sue figlie da parte del marito, il 47enne Raffaele Casamonica, già in carcere per altri reati, che ora deve rispondere pure di maltrattamenti, oltre che di violenza carnale.

Agli arresti per estorsione continuata a danno di commercianti anche una cognata di Vittorio, il Casamonica del funerale in grande stile con carrozza a sei tiri e musica del Padrino. Già nel 2015, il figlio Guido era stato arrestato per estorsione.

'Sorprese' nelle case dei clan

Non solo soffitti dipinti e affrescati anche nelle cucine, tra tende, stucchi e arredi dorati. E poi sculture massicce raffiguranti cavalli o tigri, lampadari e candelabri sfarzosi, e persino una culla per l'erede imbottita e dorata, proprio come un trono, che tra l'altro c'è.

Le demolizioni stanno riservando 'sorprese': non solo oro e arredi pomposi, ma anche botole e passaggi segreti per nascondere persone, oggetti, o forse droga.

Finora ne sono state scoperte quattro. Emergono i luoghi segreti delle case del clan così, come nei bunker dei mafiosi.

Casamonica, le proteste del legale: abuso edilizio prescritto

L'avvocato Tiziano Gizzi è il legale di alcuni componenti della famiglia. Gizzi ha reso noto di aver impugnato l'ingiunzione di demolizione perché secondo le sue verifiche il reato di abuso edilizio da parte dei suoi assistiti sarebbe ormai prescritto.

Gizzi ha anche notificato al comune di Roma un'istanza di accesso agli atti per verificare la regolarità delle notifiche dei provvedimenti che dispongono lo sgombero e la demolizione degli otto caseggiati, per impugnare eventualmente gli atti in caso di irregolarità. Con una Pec ha diffidato Roma Capitale dal proseguire le demolizioni.