Ilona Staller, in arte Cicciolina, ex porno attrice nonché ex deputata in Italia, potrebbe rischiare di finire in carcere negli Stati Uniti. Diversi anni fa la ex attrice hard è stata al centro di un caso internazionale che ha coinvolto diversi Paesi: Stati Uniti, Ungheria e Italia.

Cicciolina rischia di andare in prigione

Il legale della ex deputata, Luca Di Carlo, ha dichiarato che l'ordine di arresto emesso dalla Corte Suprema della contea di New York non è mai stato revocato. Sebbene il caso che la coinvolse anni fa è stato chiuso sia in Italia che in Ungheria, per gli Stati Uniti ancora è aperto.

La giurisdizione statunitense è tornata a farsi viva, ha riaperto il fascicolo e ora potrebbe emanare un mandato di cattura internazionale per la Staller. "Farò immediatamente una richiesta per la revoca dell'ordine di arresto ed evidenzierò le ragioni anche al presidente Trump perché è ormai un fatto internazionale legalmente chiuso" ha dichiarato il legale.

Tutta la vicenda nacque quando Cicciolina, sposata con un artista americano (Jeff Koons), portò via di nascosto il figlio dalla loro residenza a New York. La ex deputata così arrivò prima in Ungheria (da dove proviene la donna) e poi in Italia, fuga che le costò un provvedimento internazionale di cattura. Il suo avvocato difensore, però, riuscì a farle vincere la causa in Italia (alla Corte di Appello di Roma): Cicciolina fu così assolta dall'accusa di tenere lontano il figlio dal padre.

Inoltre, il suo legale le fece vincere la causa anche contro la richiesta di un risarcimento milionario avanzata dal padre del bambino. Negli Stati Uniti, però, la causa non si è mai chiusa. Tanto che nel 2016 la Staller scrisse una lettera all'allora presidente Barak Obama chiedendogli la grazia, che però non arrivò. Adesso che il fascicolo è stato riaperto si torna a parlare di arresto.

L'azienda tecnologica dell'ex marito di Cicciolina

L'ex marito di Cicciolina è un artista abbastanza noto negli States, è una delle firme più pagate del mercato dell'arte. Nel tempo ha costruito un'azienda con oltre un centinaio di scultori e artisti a libro paga, ma nell'ultimo periodo ha ridimensionato di molto la sua forza lavoro per dare spazio ai robot.

Nella sua nuova sede, altamente high tech nello Stato della Pennsylvania, gli assistenti umani sono affiancati da un paio di robot e da ben 12 macchine computerizzate che tagliano la pietra in base ai disegni degli artisti.