Si è discusso molte volte sull'utilizzo di un sistema di voto automatizzato basato sulla selezione della propria preferenza su di un portale online, accedendo mediante un username e una password, in sostituzione del classico meccanismo burocratico del voto su scheda cartacea. Se Paesi come l'Estonia hanno adottato il voto elettronico, altri ne hanno discusso giungendo a una conclusione negativa (tra i quali spiccano Olanda e Germania) e altri ancora hanno preferito non porre nemmeno in essere la discussione. Il voto elettronico, se così può essere definito, lascia di fatti non poche perplessità riguardo il lecito utilizzo e la difficoltà di relativi controlli.

Tuttavia non è solo questa possibilità che desta i maggiori sospetti: l'utilizzo della tecnologia spaventa una grande parte degli addetti ai lavori, che si sono detti impauriti dalla possibilità che qualcuno, con l'ausilio di essa, possa influenzare le elezioni, una vera e propria minaccia hacker che incomberebbe sulle decisioni dei singoli cittadini.

Rischio hacking per le elezioni europee

Tra il 23 ed il 26 maggio si svolgeranno infatti le votazioni per l'elezione del Parlamento Europeo. Le date designate sono variabili a discrezione degli Stati membri. in Italia sarà possibile recarsi alle urne e votare il 26 maggio. Resta però la paura, persino crescente, che le elezioni possano essere truccate o falsate da chi utilizza il web come mero meccanismo per illiceità.

Certe preoccupazioni trovano però fondamento nelle passate elezioni negli Stati Uniti d'America del 2016 quando un gruppo di hacker informatici ha provato ad influenzare l'esito delle elezioni attraverso il furto e la diffusione seguente di dati strettamente personali e sensibili. E' difficile infatti bloccare un flusso di informazioni simile oggi che l'arma dei social è impugnabile da chiunque.

Non è assolutamente difficile imbattersi in materiali riservati messi in rete da chi ha lo scopo di piegare il voto popolare al proprio volere. Esistono sì meccanismi in grado di far vacillare il terrorismo degli hacker, ma non sono certe attuabilità ed efficacia di tali manovre.

Il timore di un'elezione poco sicura è accresciuto anche dall'impossibilità di una vera e propria analisi dell'identità umana dietro gli username a cui è concesso un voto telematico.

Anche qui i sistemi tecnici per poter bloccare eventuali illiceità ci sono e sono tutt'ora operativi, ma non perfettamente funzionali ed efficaci. Ciò che viene indebolito è quindi la capacità di controllo delle operazioni di voto, essenziale per garantirne la natura democratica.

Non solo gli Usa, anche Brexit e Catalogna

Ciò che si teme non è la singola conoscenza informatica degli hacker in questione, ma la loro capacità di miscelarla a una attitudine puramente sociologica, influenzando con il sistema informatico le scelte degli elettori. E' quanto avvenuto anche in occasione della Brexit ove è stato possibile cogliere un gran mutamento decisionale in seguito ad una vera e propria campagna web di influenza più che di informazione.

Ma neanche questo è un caso isolato: secondo gli esperti un esito pressoché simile è avvenuto in occasione dei moti per la concessione dell'indipendenza Catalana. Ma ancora: per alimentare il movimento dei gilet Gialli in quel della Francia, aizzando la folla; fomentando un sentimento di disprezzo negli animi dei cittadini olandesi nei confronti dell'Ucraina; ancora in Italia per alimentare l'odio razziale alla base della respinta delle ondate di migranti in fuga dall'Africa.