Sono ormai trascorsi nove giorni dalla tragedia che ha sconvolto Totalán, in provincia di Malaga, dove un bambino di circa due anni, di nome Julen è caduto in un pozzo profondo 107 metri e largo 25 centimetri.
Purtroppo a causa dei diversi ostacoli non è stato ancora completato il tunnel che doveva essere ultimato proprio oggi. Oltre le complicazioni di queste ultime ore, il rallentamento dei soccorsi è dovuto anche ai contrattempi iniziali dovuti prima alla frana, avvenuta poco dopo la caduta del bimbo, che ha bloccato il passaggio della sonda e poi dalle piogge ininterrotte.
I dettagli dei soccorsi
A causa di alcuni errori di calcolo, i soccorritori hanno dovuto allargare il tunnel perché i tubi di metallo che devono rivestire la galleria sarebbero troppo grandi rispetti alla galleria stessa. Una volta terminati i lavori, i minatori dovrebbero calarsi nel tunnel per scanalare il contatto con il pozzo dove si trova il piccolo Julen.
Le difficoltà e gli inconvenienti che ci sono stati nei lavori, hanno purtroppo causato diversi ritardi nelle azioni di soccorso. Questo intervento, secondo quanto riferito dai minatori, non dovrebbe durare meno di 24 ore. Necessario utilizzare il condizionale, considerate le difficoltà.
Appena il tunnel sarà terminato, i soccorritori dovranno calarsi a 60 metri di profondità attraverso un ascensore all'interno della galleria, per poi iniziare a scavare a mano per altri 4 metri, fino ad arrivare al punto in cui è collegato il pozzo dove si trova Julen.
Le condizioni di Julen
I soccorritori non sono ancora convinti che il piccolo si trovi nel punto dove si andrà a scavare e nel caso negativo sarebbero costretti a continuare a scavare ancora.
La speranza, soprattutto per i genitori è che il bimbo sia ancora vivo dopo questi giorni trascorsi in fondo al pozzo. Secondo le dichiarazioni dei genitori, Julen sarebbe ancora vivo perché aiutato dal suo angelo custode, suo fratello morto nel 2017 a soli 3 anni, per un problema al cuore.
Si spera che Julen sia vivo anche perché sembrerebbe che il georadar, da quanto emerso nei giorni scorsi, abbia avvistato un'ampia buca che permetterebbe al piccolo di respirare.
In molti ricordano una tragedia simile, accaduta in Italia a Vermicino, in provincia di Roma, nel 1981, quando Alfredino Rampi cadde in un pozzo e come in questo caso erano in centinaia le persone che col fiato sospeso pregavano per il bambino.