La considerava un ''dono di Dio''. Eppure, quando quel dono è arrivato, dopo tre giorni dalla nascita, qualcosa si è rotto in lei: domenica scorsa dopo averla allattata, ha scagliato due volte a terra Alice, la figlia neonata, uccidendola. La vicenda della madre infanticida ha sconvolto Bolzano Vicentino dove la neomamma, Federica Ziliotto, di 42 anni, abitava con il marito coetaneo, Riccardo Stocco.

La donna che ha poi tentato di suicidarsi tagliandosi la gola, è piantonata nel reparto psichiatrico dell'ospedale San Bortolo di Vicenza.

Il primario, Andrea Danieli, ha parlato a lungo con la donna nel tentativo di entrare nelle zone inesplorate della sua mente

Infanticidio, una pesantezza insostenibile spiegherebbe forse il gesto

Forse la nascita della primogenita tanto attesa, era stata caricata di aspettative eccessive. Forse la neomamma, arrivata a portare a compimento la gravidanza in un'età già adulta, Fedetrica Ziliotto compirà 43 anni a marzo, si sentiva investita dal ruolo e da un gravoso senso di responsabilità.

La donna aveva già avuto un aborto spontaneo, e da almeno un paio d'anni il sogno suo e del marito Riccardo Stocco era di poter avere un figlio. Gli ultimi nove mesi erano stati tutti dedicati alla nascitura, e mercoledì 16 gennaio era nata Alice all'ospedale San Bortolo di Vicenza.

Di fatto, qualcosa è collassato nella psiche della neomamma e quando domenica sera ha fatto ritorno nello stesso ospedale dove era avvenuto il lieto evento, la realtà era drasticamente cambiata di segno. Il sogno era stato tragicamente infranto: la neonata ricoverata in terapia intensiva, è morta ieri all'alba. E lei, ricoverata nel reparto di psichiatria dopo aver tentato di togliersi la vita, resta piantonata e indagata.

Il primario di quel reparto, che di esperienza clinica a contatto con simili imprescrutabili abissi della mente femminile ne ha tanta, nelle scorse ore ha avuto modo di parlare con la donna. Al 'Giornale di Vicenza' che l'ha interpellato, Danieli ha raccontato che è apparsa lucida, si è relazionata senza alcuna difficoltà con lo staff medico, ha dimostrato d'essere presente: ricorda ciò che ha fatto ed è consapevole delle prospettive che la attendono dopo il suo gesto.

Allo psichiatra la donna ha riferito che, appena arrivata a casa con la neonata, si è sentita in difficoltà. Nei giorni precedenti aveva dormito poco. Malgrado la presenza di un marito premuroso e affettuoso, di suoceri presenti, di una famiglia pronta ad aiutarla, ha prevalso un malessere, un senso di inadeguatezza, il peso di una condizione che forse ha sentito non appartenerle. Cosa sia passato nella sua mente, forse nessuno lo saprà mai. Sembrerebbe però che non abbia retto allo stress e al radicale cambiamento.

Bolzano Vicentino, quadro familiare ineccepibile

La comunità locale è scossa. Dal parroco, don Alessio Graziani, al sindaco, Daniele Galvan, nessuno riesce a capacitarsi di come sia possibile che Federica abbia ucciso la figlia.

La coppia che si era trasferita a Bolzano Vicentino nel 2009 per poi sposarsi nel 2012 nella chiesa della frazione di Lisiera, viene descritta molto unita e affiatata, felicissima nell'imminenza della nascita della loro figlia. Tutto era stato preparato nei minimi dettagli per l'arrivo della bambina: la casa addobbata a festa, fiocchi rosa al cancello e ai balconi, nuovi arredi e completini da bebé.

In forma persino ossessiva, Federica aggiornava meticolosamente una pagina sul social network Pinterest che aveva chiamato 'New life', dedicata a fornire informazioni minuziose sulle cure da dare al neonato e sui malesseri di una neomamma, compresa la depressione post partum, la stessa che forse l'ha colpita.

Questa donna dagli occhi azzurri, impiegata in uno studio di commercialisti a Vicenza, molto credente e volontaria in parrocchia, era impegnata e presente nel sociale. Il parroco la ricorda a messa tutti i sabato con il marito. Nessuno ha colto segnali di inquietudine e disagio. Neanche il neopapà. Un quadro troppo perfetto in apparenza, celava evidentemente una trama interiore disgregata.