La notizia è di quelle che non passano inosservate: l'Italia è in recessione. La conferma è autorevole e arriva dall'Istat, che in una stima preliminare ha certificato una riduzione dello 0,2 % nel Pil del quarto trimestre. Si tratta di un trend negativo che prosegue quello del terzo trimestre, ed è considerato il calo peggiore degli ultimi cinque anni. L’ultima recessione italiana risale al primo trimestre del 2013, da allora l’andamento del prodotto interno lordo era tendenzialmente crescente, seppure con piccolissimi valori. Stime, quelle dell’Istat, che non sembrano allarmare il governo italiano.
Come dichiarato da Giovanni Tria, Ministro dell’Economia, si tratta di un dato prevedibile che non andrà a intaccare la fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia.
La caduta dopo un andamento positivo
L'Istat evidenzia che lo scorso anno il Pil italiano era cresciuto dell’1%, e già questo dato dichiarava un rallentamento netto nei confronti del 2017, quando il Pil era cresciuto dell' 1,6%. Questa inversione di tendenza è una doccia fredda che non solo preannuncia un periodo di insicurezza, ma conferma l’impossibilità di raggiungere il target dell' 1% di crescita, obiettivo che il governo giallo-verde aveva fissato in occasione della recente manovra.
Le reazioni del governo
Immediate le reazioni.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affermato che il calo del Pil è un dato prevedibile e atteso, ed è causato dal ciclo economico europeo. Si tratta di una situazione generale che riguarda l’Europa e tutti i suoi mercati. Conte ha confermato che i dati Istat non intaccheranno la fiducia degli investitori, come già detto dal ministro Tria.
Luigi Di Maio, Vice Presidente del Consiglio, è addirittura più ottimista e afferma che non sarà nemmeno necessario rivedere le stime che portavano all’1% la crescita prevista. Di Maio parla di una "congiuntura economica difficile", aggiungendo che i dati Istat confermano le menzogne di chi ha preceduto l’attuale Governo e affermava di aver traghettato il Paese fuori dalla crisi.
Le reazioni dell’opposizione
Ovviamente sono diverse le dichiarazioni dell’opposizione, che giudica allarmanti i dati diffusi dall’Istat. Carlo Cottarelli, già commissario per la revisione di spesa, ha affermato che la recessione italiana impedirà il raggiungimento degli obiettivi del Governo. Inoltre, Cottarelli teme che in caso di peggioramento della crisi dei mercati si arriverebbe a una patrimoniale molto consistente che andrebbe a pesare sugli Italiani. Ancora più duro Maurizio Martina del Pd, che definisce Di Maio "Ministro della recessione". Tra rimpalli di responsabilità e preoccupazioni evidenti, vedremo come andrà a finire; di certo la borsa incomincia a soffrirne. Piazza Affari parla chiaro, e come sempre sono le banche a risentirne per prime. In rosso tutte gli Istituti di credito: Unicredit perde il 4,3%, Mediobanca il 3%, Bper il 7% e Fineco il 2,8.