Un’aggressione particolarmente violenta ed assurda, tra compagni di classe all’uscita dalle lezioni. L’episodio è avvenuto a Terni, prima delle vacanze natalizie, ma è stato reso noto soltanto ora dal Messaggero. Protagonisti sono Marco, studente tredicenne in una Scuola media della cittadina umbra, ed un altro ragazzo che, dopo il suono della campanella, gli si è avvicinato e, senza un apparente motivo, lo ha iniziato a colpire ripetutamente, utilizzando le punte di un compasso. Brandendo in mano lo strumento da disegno tecnico, ha iniziato a sferrare dei fendenti alla testa, finché un altro alunno non ha cercato di fermare l'assalitore, che però non ha voluto saperne di smetterla ed anzi ha ripreso ad attaccare la sua vittima, questa volta mirando al volto.
Le ferite al volto e quelle nell’anima
A quel punto sono intervenuti un paio di professori per interrompere le violenze ed aiutare il 13enne, mentre altri compagni di scuola sono corsi in strada ad avvisare sua madre che, come ogni giorno, lo aspettava in auto davanti all’istituto, per riaccompagnarlo a casa. La vittima è stata trasportata, col volto sanguinante, al pronto soccorso dell’ospedale di Terni, dove i medici lo hanno curato.
Questa dolorosa vicenda gli ha procurato alcuni lividi in testa, diversi segni della punta del compasso sul volto e soprattutto una brutta ferita vicino alla bocca, per la quale sono stati necessari alcuni punti di sutura e che probabilmente lascerà per sempre una cicatrice come ricordo indelebile di ciò che è accaduto.
Ma la ferita più brutta è quella che il ragazzo si porterà dentro, anche per le reazioni di molti dopo l’aggressione, a cominciare dalla mamma dell’assalitore.
Le mancate scuse della madre dell’aggressore
Infatti la donna ha telefonato, mentre tutti erano ancora all’ospedale, per spiegare che il raptus delle figlio sarebbe stato causato dalle prese in giro del compagno di scuola.
Invece delle scuse sono quindi arrivate delle giustificazioni che hanno molto turbato la vittima: “Non capisco come possa averlo offeso, visto che non ci parliamo” ha spiegato a chi gli chiedeva se in passato non avesse insultato il compagno. Il ragazzo si è sentito sotto accusa, vedendosi improvvisamente additare come il carnefice e non più come colui che aveva subito un violento atto di bullismo.
Nel frattempo, in seguito al referto del pronto soccorso, sono partite le indagini: nei prossimi giorni i genitori del ragazzo sfregiato al volto dovranno presentarsi presso l’ufficio minori della questura cittadina, dove sono stati convocati per essere sentiti sull’accaduto.