Gianni Alemanno è stato condannato a sei anni di carcere, la sentenza in primo grado è stata emessa dal Tribunale di Roma, l'ex sindaco è accusato di corruzione e finanziamento illecito in uno dei filoni dell'inchiesta Mondo di Mezzo: Nel dicembre 2014 furono arrestate 37 persone ed autorizzate diverse perquisizioni eccellenti, fra cui quella nei confronti di Gianni Alemanno. I magistrati lo accusavano di aver ricevuto la somma complessiva di oltre 200 mila euro, in buona parte tramite 'Nuova Italia', fondazione presieduta dallo stesso primo cittadino.
Fondi motivati dal 'compimento di atti contrari' a quello che era in realtà il dovere del suo ufficio. Nella circostanza gli venne contestato anche il reato di associazione mafiosa, ma l'accusa è stata archiviata nel febbraio di due anni fa. I fatti contestati per i quali è arrivata la condanna risalgono al biennio 2012-2014 quando avrebbe ricevuto i fondi suddetti dall'imprenditore Salvatore Buzzi in accordo con Massimo Carminati. Intermediario dell'operazione illecita sarebbe stato Franco Panzironi, ex amministratore Ama (l'azienda romana dei rifiuti solidi urbani). Per l'ex sindaco di Roma la condanna odierna si è rivelata più pesante del previsto. Mentre, infatti, l'accusa aveva chiesto cinque anni di carcere, i giudici della seconda sezione penale hanno rincarato la dose condannando Alemanno a sei anni di carcere e infliggendogli l'interdizione dai pubblici uffici.
All'ex leader di Alleanza Nazionale toccherà anche risarcire Ama e Roma Capitale. Inoltre, gli sono stati confiscati 298 mila euro.
Alemanno: 'Sono innocente' ed annuncia ricorso in appello
Per i pubblici ministeri, Alemanno sarebbe stato il politico di riferimento dell'organizzazione criminale all'opera a Roma in quel periodo, all'interno del Campidoglio.
Per il pm Tescaroli, gli uomini di fiducia di Alemanno si sarebbero rapportati con Massimo Carminati, ex membro dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) e Salvatore Buzzi, il capo della cooperativa sociale onlus 29 giugno, entrambi capi dell'organizzazione criminale conosciuta come Mafia Capitale. I due avrebbero pagato la tangente all'ex sindaco di Roma per la nomina dei dirigenti di Ama e per il pilotaggio degli appalti della municipalizzata. Dopo la lettura del dispositivo, Gianni Alemanno ha così dichiarato: "Ho sempre detto di essere innocente, la sentenza è sbagliata. Ricorrerò in appello".