Facebook è uno dei social più popolari al mondo, forse il più popolare. Milioni di utenti in tutto il Mondo condividono immagini, foto e video che poi vengono commentati. Su Facebook non si può pubblicare tutto, perché ci sono contenuti non ammessi. Molti utenti però sono soliti pubblicare contenuti violenti, illeciti e contro la morale o la civiltà ed è il social network che interviene a censurare ciò che non può essere pubblicato. Ci sono lavoratori alle dipendenze di Facebook che svolgono quotidianamente questa funzione, i cosiddetti moderatori.
Un articolo di cronaca sul sito “agi.it” riporta all’attenzione le problematiche a cui vanno incontro questi lavoratori che per via del lavoro svolto corrono seri rischi per la salute.
Cedimenti mentali e Dpts
Si chiama disturbo da stress post traumatico ed quello che è successo a diversi moderatori di Facebook, più precisamente, dipendenti di una ditta che lavora per Facebook, la Cognizant sita in Arizona, negli Stati Uniti. L’azienda attraverso l’attività dei suoi dipendenti svolge proprio la funzione di valutare cosa può rimanere e cosa no sul social network. L’Agi, riportando un articolo del sito di Tecnologia “The Verge” parla di una decina di questi lavoratori che sono a rischio stress post traumatico, avendo avuto già alcuni cedimenti mentali.
Un lavoratore che ha gridato l’allarme, che è voluto rimanere di proposito anonimo ha detto che diversi lavoratori hanno lasciato la loro occupazione dimettendosi prima di completare un anno di lavoro proprio per l’alto stress a cui sono sottoposti e che gli ha causato conseguenze gravi sulla salute mentale.
Cosa fanno e cosa vedono i moderatori
Il lavoro dei moderatori è quello di visionare uno dopo l’altro i contenuti pubblicati su Facebook. Il mestiere pertanto obbliga questi lavoratori a passare ore ed ore a guardare e leggere cose violente, orribili, razziste, che incitano alla violenza o che la mostrano in tutta la sua terribile verità.
Contenuti pornografici a iosa, maltrattamenti orribili sui bambini o addirittura omicidi in video che non possono non lasciare segni indelebili nei lavoratori. Già durante le selezioni per lavorare in Cognizant, secondo quanto riporta l’intervista, i candidati erano costretti a visionare video particolari, addirittura di un uomo ucciso a coltellate. Alcuni dipendenti si sono radicalizzati a teorie complottiste che trovano molto spazio sui social oppure hanno maturato autentiche fobie per armi e coltelli. Secondo le fonti citate dal sito di tecnologia, alcuni moderatori farebbero ricorso a droghe leggere o rapporti intimi durante le ore di lavoro per rilassarsi o come meccanismo di reazione a ciò che devono vedere e leggere per lavoro.
Addirittura ci sono lavoratori che hanno fatto causa a Facebook per i traumi a cui sono costretti a sottostare durante le ore di lavoro. Nell’articolo si parla di una lavoratrice della sede centrale del social, in California, che avrebbe fatto causa al colosso per essere stata esposta a contenuti dannosi, considerati dalla ricorrente come tossici e rischiosi per la salute mentale della stessa.