Venerdì 1 febbraio, nell’ambito della rassegna ‘i venerdì della Normale’, la Sala Azzurra della Scuola Superiore Normale di Pisa era particolarmente gremita. Attesissimo l’incontro con Francesco Guccini per la presentazione del libro ‘Canzoni’, che il cantautore quasi ottantenne ha realizzato con la collaborazione di Gabriella Fenoglio. Il volume è una raccolta di testi delle canzoni più importanti e significative di Guccini, rilette dalla professoressa Fenoglio, filologa e studiosa di letteratura del Novecento. Il libro ha lo scopo di mostrare lo stile e gli stilemi inconfondibili della poetica gucciniana, spiegando al lettore il significato di ogni canzone, anche attraverso precisi riferimenti biografici e narrativi.
Come nascono le canzoni?
A questa domanda Guccini - arrivato zoppicante in Facoltà a causa di una recente caduta che ha comportato la frattura del bacino - non ha offerto agli ascoltatori una risposta precisa. Non ci sono ricette preconfezionate, la canzone non nasce da una imposizione esterna. Guccini ammette di non capire certi colleghi che in un mese producono un album, per lui è fondamentale avere un’idea, un accadimento, un personaggio che all’inizio attiri l’attenzione. Ecco perché Guccini non sa scrivere a comando, e cita qualche capolavoro ispirato da avvenimenti o persone, come Primavera di Praga, scritto per la morte di Jan Palach, passando per Van Loon, dedicata al padre e arrivando fino a Culodritto, piccolo capolavoro in onore della figlia Teresa.
Guccini e la politica
Ovviamente non potevano mancare domande sulla politica italiana attuale. A chi osserva che Guccini attraversa le correnti politiche opposte, essendo considerato l’autore preferito da Salvini, Renzi e Alfano, il maestro ha risposto con la solita ironia, dicendo che non è colpa di nessuno se i suoi brani vengono ascoltati anche da ‘sciagurati’.
Le canzoni sono di tutti e questo dimostra non tanto la corrente politica di chi le ascolta, ma l’appartenere più o meno alla stessa generazione, quella che seguiva le produzioni dei cantautori. Commentando l’attuale situazione politica, inoltre, il cantautore modenese ha ammesso di avere paura: ‘Sento aria di Weimar’, ha affermato Guccini, con un chiaro il riferimento al passato, alla nascita del terzo Reich e alle derive populiste che potrebbero sorgere dalle condizioni storiche dell’Italia di oggi.
Alla fine dell’incontro Guccini ha salutato la platea consigliando ai giovani di leggere libri, e di leggerli sempre. Un consiglio prezioso, perché attraverso la lettura si crea il pensiero libero e si assorbono idee destinate a formare le coscienze. E come dargli torto?