Il liquore adulterato con metanolo miete ancora vittime in India, dove è di almeno 156 morti il bilancio dell’ultimo caso registrato nei distretti di Golaghat e Jorhat, nello Stato di Assam, nel nord-est del paese. Le vittime sono in maggior parte lavoratori delle numerosi piantagioni di the di cui l’Assam è il maggiore produttore indiano.

Il bilancio potrebbe ulteriormente aggravarsi in quanto le autorità locali riferiscono di oltre 300 persone attualmente ricoverate negli ospedali della zona, molte delle quali in condizioni critiche.

Liquore adulterato, ancora morti in India

Quella del liquore adulterato con sostanze velenose è diventata In India una vera e propria piaga. Dopo il caso registrato un paio di settimane fa nel nord del Paese, precisamente nella zona a cavallo tra gli Stati di Uttar Pradesh e Uttarakhand, che era costato la vita a centinaia di persone, un nuovo episodio si è verificato nei giorni scorsi nelle regiorni nord-orientali dove il bilancio, ancora provvisorio, riferisce di almeno 156 morti e 300 ricoverati.

Le vittime avevano consumato liquori prodotti clandestinamente nei i quali era stato usato del metanolo per aumentarne la gradazione alcolica. Il consumo di liquore di contrabbando è molto diffuso tra le classi povere della popolazione indiana, i cui appartenenti non possono permettersi di acquistare i prodotti di marca nei negozi gestiti dal governo.

Si calcola, secondo quanto riferito dalla International Spirits and Wine Association of India, che almeno il 40% dei 5 miliardi li litri di bevande alcoliche consumate annualmente nel paese sia prodotta illegalmente. Un contrabbando al quale il governo indiano non riesce a mettere un freno nonostante gli sforzi. In seguito a quest’ultimo caso di avvelenamento, la polizia locale ha arrestato il proprietario di un’azienda produttrice di liquore, mentre due funzionari dell'amministrazione delle imposte, riconosciuti responsabili di non aver attuato le adeguate precauzioni prima della messa in vendita del liquore adulterato, sono stati sospesi.

Per quanto riguarda le vittime, le autorità statali hanno anche disposto un risarcimento di 200.000 rupie, pari a 2.815 dollari, a favore dei familiari.

I sintomi dell’avvelenamento da metanolo, il caso del 1986 in Italia

Le persone ricoverate in India dopo aver consumato il liquore adulterato presentavano sintomi quali dolori al petto e vomito che sono subito stati riconosciuti come quelli dell’avvelenamento da metanolo.

Qeusta, infatti, è una sostanza tossica che attacca il sistema nervoso centrale e i cui effetti possono causare danni gravi al nervo ottico e alla retina, fino a portare alla morte l’incauto assuntore.

Il suo basso costo lo porta ad essere usato come additivo illegale in prodotti alcolici da parte di commercianti senza scrupoli, come accadde anche in Italia nel 1986 con quella che fu definita “la truffa del vino al metanolo” che causò la morte di 23 persone.