Nella giornata di ieri i Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno avviato le indagini in seguito alla macabra scoperta della sparizione di sette bare da una cappella gentilizia appartenente ad una famiglia originaria di Vibo Valentia.
Rinvenuti i resti dei cadaveri all'interno di una busta
La scoperta, secondo quanto dichiarato dai Carabinieri guidati dal Capitano Gianfranco Pino è avvenuta nelle prime ore della mattinata di domenica 17 febbraio, quando un amico di famiglia solito recarsi al cimitero per far visita ai defunti, ha notato l’insolita assenza dei cognomi apposti solitamente sui loculi.
L’uomo ha inoltre dichiarato agli inquirenti di aver notato che il cancelletto della cappella era stato manomesso, coperto da un telo e chiuso con un lucchetto diverso da quello che era stato usato fino ad alcune settimane precedenti. Secondo quanto dichiarato dall'uomo ai carabinieri dopo la sua visita presso il cimitero vibonese, all'interno della cappella sono stati rinvenuti sigillati in un involucro plastificato i resti dei cadaveri delle persone tumulate.
Durante un primo sopralluogo i carabinieri di Vibo Valentia in concomitanza con quelli della Stazione capitanati dal Maresciallo Riccardo Astorina si sono accorti della presenza di alcune tracce che indicherebbero l’effettuazione di lavori all'interno del loculo, di cui nessuno ne era a conoscenza.
Secondo quanto dichiarato dai carabinieri, le lapidi erano state totalmente distrutte e le sette bare che dovevano essere sacramente conservate all'interno della cappella erano sparite nel nulla. L’uomo che ha effettuato la macabra scoperta, dopo aver chiamato i carabinieri locali ha contattato un parente della famiglia di sua conoscenza residente in Toscana e lo ha informato della scoperta avvenuta nella mattinata.
Avviate le indagini, sospette messe nere
I carabinieri hanno immediatamente avviato le indagini per risalire agli impostori, che secondo quanto emerso inizialmente avrebbero potuto avere libero accesso al cimitero ed avrebbero potuto prelevare le bare senza esser visti data l’assenza di un custode e di telecamere di videosorveglianza che di norma dovrebbero essere presenti all'interno di un cimitero. Momentaneamente i carabinieri non possono totalmente escludere l’ipotesi delle messe nere, anche se non è stato rilevato alcun elemento certo che potrebbe dare credito a questa tesi.