Era impegnata in lavori di giardinaggio quando ha fatto la macabra scoperta. Martedì pomeriggio la badante di nazionalità rumena che si occupa di un’anziana residente in un appartamento nella palazzina adiacente ad un’area verde – situata a Cirò Marina, in provincia di Crotone – era intenta ad estirpare le erbacce con un rastrello, quando qualcosa ha attirato la sua attenzione. A circa 20 centimetri di profondità qualcuno aveva sotterrato alla meglio un sacchetto di plastica. La curiosità l’ha spinta ad aprire il pacco per vedere cosa contenesse: così, suo malgrado, la donna si è trovata davanti a dei resti umani.

In mezzo al prato era stato seppellito quello che sembrava a tutti gli effetti un feto. Subito sono stati allertati i carabinieri della compagnia di Cirò. Si è recato sul posto anche un medico legale che, da una prima analisi sommaria, ha stabilito che la sepoltura risale a circa una settimana prima del ritrovamento. Nelle prossime ore gli esperti effettueranno l’autopsia che dovrà sciogliere un dubbio atroce, ossia se il feto fosse già morto al momento in cui la partoriente l’ha dato alla luce o se il decesso per soffocamento sia avvenuto solo quando il neonato è stato chiuso nel sacchetto.

Si indaga sulle badanti che hanno prestato servizio presso l’anziana

Inoltre i medici preleveranno un campione del dna dal corpicino, per metterlo a disposizione degli inquirenti che indagano per scoprire cosa sia successo.

I carabinieri che seguono il caso non hanno perso tempo: sono state convocate in caserma alcune delle badanti che si sono succedute nel tempo ad assistere l’anziana. Tuttavia bisognerà per forza di cose ampliare lo spettro dei sospettati, visto che in molti avevano la possibilità di accedere in quel giardino, che non era di pertinenza della sola abitazione in cui vive la signora accudita dalla donna che ha fatto la scoperta.

Chiunque potrebbe essere entrato nel giardino del ritrovamento

Altre persone potrebbero essere entrate in quell’area verde con estrema facilità ed aver sepolto il feto indisturbate. Sarà utile anche fare accertamenti negli ospedali della zona per controllare se ci siano stati ricoveri o interventi di pronto soccorso sospetti negli ultimi giorni.

Infine i carabinieri stanno valutando la possibilità di accedere ai filmati di alcune telecamere di sicurezza adiacenti alla palazzina che potrebbero aver ripreso i responsabili. “La donna che ha commesso questo crimine potrebbe non aver agito da sola – ha spiegato il procuratore Giuseppe Capocciasiamo di fronte ad una storia di degrado che coinvolge gente che vive ai margini della società”.